5G a Reggio Calabria, il M5s: “Scelta di Falcomatà senza senso”
“L’ordinanza che stoppa la tecnologia 5G a Reggio Calabria è illogica, oltre che anacronistica e superficiale. Tutto, anche l’aria e l’acqua, in determinate circostanze, può far male. La bussola di ogni agire politico, in situazioni come questa, deve perciò essere sempre orientata verso le evidenze scientifiche, e non verso il sentito dire o le credenze infondate. La buona politica, in ogni caso, deve avere il coraggio di assumersi responsabilità e di contemperare interessi diversi, senza delegare le scelte a consulenti o burocrati”.
Ad affermarlo sono i portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera Federica Dieni e Marco Bella.
“’Ad oggi non esistono certezze rispetto agli effetti che questa nuova tecnologia ha sulle persone’, ha detto il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà. Si tratta, appunto, di motivazioni irrazionali. La scienza – spiegano Dieni e Bella – non dà mai certezze. Si possono valutare i potenziali rischi e i possibili benefici e prendere una decisione ponderata. Se non è chiaro che cosa sia la tecnologia 5G, è comprensibile avere dei dubbi, ma questi si superano studiando e informandosi”.
“Con la tecnologia 5G – continuano i due portavoce – le emissioni non saranno né di tipo nuovo (si tratta di onde radio che a livello ambientale non hanno mai mostrato in modo credibile danni alla salute) e soprattutto il loro livello non sarà superiore a quello attuale. Nella Nota informativa sulla tecnologia 5G dell’Anci, è precisato che ‘a livello europeo (…) si può fare riferimento, quale fonte ufficiale, alla risposta della commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakidou, all’interrogazione dell’eurodeputato Klaus Buchner, nella quale di afferma che ‘relativamente al 5G, si prevede che l’esposizione ai campi elettromagnetici sia molto vicina all’esposizione causata dal 4G e ben al di sotto dei limiti rigorosi definiti nella Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 12 luglio 1999’”.
“A tutto questo – argomentano ancora Dieni e Bella – aggiungiamo che la Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ICNIRP) recentemente (marzo 2020) ha aggiornato le sue linee guida con una serie di risposte a tantissime potenziali domande, e che la massima autorità sanitaria del Paese, l’Istituto superiore di sanità, ha pubblicato (luglio 2019) il rapporto Istisan 19/11 (quasi 120 pagine) nel quale non si evincono significativi rischi per la salute”.
“E allora? Su quali documenti si è basato il sindaco Falcomatà?”, si chiede Bella. “Ha letto e studiato – continua – le fonti di cui sopra, oppure per la sua ordinanza ha dato retta a chi fa allarmismo ingiustificato? Temo di conoscere la risposta, ma se c’è la volontà di approfondire ed, eventualmente, cambiare rotta, sono pronto a confrontarmi nel merito”.