Limina: arrestato dai carabinieri il pastore diventato coltivatore di marijuana
Dopo le mille piante distrutte qualche settimana fa, un’altra piantagione di canapa indiana individuata e sequestrata dai Carabinieri di Taurianova sull’altopiano della Limina, evidentemente considerato un posto adeguato per coltivare marijuana.
Nel corso dei regolari servizi perlustrativi e di rastrellamento delle aree aspromontane e boschive per l’individuazione delle piantagioni di canapa, i Carabinieri della Compagnia di Taurianova, insieme ai colleghi Cacciatori dello Squadrone Eliportato di Vibo Valentia, hanno tratto in arresto in flagranza TIGANI Rocco, 30enne pastore di Cinquefrondi per il reato di coltivazione di sostanza stupefacente.
In particolare, i Carabinieri della Stazione di Cinquefrondi insieme ai colleghi “Cacciatori”, dopo aver individuato una piantagione nella impervia area boschiva hanno iniziato un prolungato servizio di osservazione fino a cogliere l’arrivo del ragazzo, in procinto di curare le piante con specifici prodotti per la crescita.
La piantagione era stata strategicamente realizzata ad una altezza di circa 800 metri, all’interno di una piazzola occultata da alti rovi e circondata da alberi, in modo da renderla non visibile dall’alto e difficilmente raggiungibile da terra. Per entrare nella piantagione l’uomo aveva realizzato anche un artigianale cunicolo tra i rovi di oltre 50 metri.
Oltre 100 piante di canapa indiana, una parte delle quali di oltre 2,5 metri di altezza, altamente produttive, che avrebbero potuto produrre un cospicuo quantitativo di marijuana, con conseguenti ingenti guadagni nella vendita al dettaglio per il pastore improvvisato “agricoltore”, visti sfumare dall’ennesimo risolutivo intervento dei carabinieri reggini.
Le piante sono state sequestrate e catalogate, anche con l’ausilio di personale della Stazione Parco CC Forestale di Mammola, e l’uomo è stato ristretto ai domiciliari fino al giudizio di convalida dell’Autorità Giudiziaria.
Il costante rastrellamento del territorio aspromontano dei carabinieri reggini, grazie anche alle specialistiche capacità dei carabinieri “Cacciatori”, ha consentito ancora una volta di colpire chi considera le coltivazioni di marijuana una irrinunciabile fonte di guadagno illecita, anche allo scopo di arricchire e fortificare la criminalità organizzata del territorio.
L’ennesimo intervento rientra nella più ampia e diffusa azione dei carabinieri della Piana di Gioia Tauro nel contrasto alla coltivazione di cannabis nel territorio a conferma di una sempre incisiva e pervasiva azione di contrasto al fenomeno disposta e coordinata dal Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro.