Cinquefrondi: il sindaco Michele Conia sulla manifestazione a Roma, sistema sanità e su Gino Strada
Sono stato e sono tra i Sindaci calabresi che hanno sostenuto, con forza e determinazione, la necessità di andare a Roma per chiedere che anche ai cittadini calabresi venga riconosciuto il diritto alla salute, peraltro costituzionalmente garantito.
Alla luce di alcune posizioni e fatti verificatisi negli ultimi giorni, sento, però, la necessità di chiarire la mia posizione:
Ritengo la presenza di tutti i Sindaci calabresi a Roma da un lato, un fatto storico, segnale chiaro di una Calabria che inizia, finalmente, ad alzare la testa contro ogni forma di colonizzazione, dall’altro però la su citata presenza sancisce il fallimento delle altre rappresentanze istituzionali. Se si è reso necessario unire tutti i Sindaci calabresi, ciò significa, in parole povere, che il Consiglio Regionale ed i Parlamentari eletti in Calabria non sono stati in grado di rappresentare e tutelare i diritti della nostra gente.
Condivido la richiesta di abbattimento del debito, ma non, come qualcuno ha sostenuto, per “nasconderlo”, ma perché ritengo che a pagarlo non debbano essere i cittadini, ma solo ed esclusivamente coloro che lo hanno provocato.
È arrivato il momento di denunciare, con coraggio, lo “schifo” che viviamo, da anni nella Sanità, costretti da un lato, a partire alla ricerca di cure necessarie alla sopravvivenza e dall’altro a pagare debiti provocati da altri. Il danno e la beffa!
Il suddetto sistema, sia chiaro, appare comodo e utile a molti, non solo in Calabria, che sul diritto alla salute hanno avuto il coraggio di lucrare, più specificatamente: è utile a coloro che “percepiscono” fondi per i ricoveri dei calabresi fuori Regione, alle società di forniture e, naturalmente, al “sistema” della Sanità Privata oltre che alla ‘ndrangheta ed alle mafie.
Il vero dramma è che, mentre, da settimane, l’unico obiettivo è quello di apparire in Tv con annunci, comunicati e squallidi teatrini, i calabresi, stanno morendo e non solo a causa del Covid-19 e questo peserà sulle coscienze di tanti che però probabilmente mai pagheranno, lasciando a noi solo lacrime e dolori che ora diventa rabbia.
Si aggiunga, inoltre, che per fronteggiare la drammaticità dell’aumento esponenziale di casi Covid-19 nei vari Comuni, i Sindaci calabresi sono stati lasciati completamente soli da tutte le altre istituzioni e costretti addirittura a sostituirsi alle Asp ed a destreggiarsi in un sistema ormai totalmente “fuori controllo” e quindi, di fatto, impossibilitato a fermare o almeno rallentare il contagio.
Appare assolutamente necessario, in questo momento, non perdere più tempo (ammesso che ancora ce ne sia), è indispensabile potenziare, con personale qualificato e con la predisposizione di tutti i mezzi occorrenti, il sistema di gestione Covid-19, dal tracciamento dei contatti, ai tamponi fino alle cure sia a casa (oggi inesistenti) che nelle strutture ospedaliere.
Tengo a precisare che la mia presenza a Roma come quella degli altri colleghi sindaci, non deve assolutamente essere strumentalizzata da nessuno così come ha fatto il “solito” Salvini che, in realtà, è tra i principali responsabili di questa drammatica situazione, essendo il suo partito oggi a governare la Regione, ma principalmente essendo lui stesso stato al Governo nonché uno dei parlamentari eletto in Calabria ed avendo peraltro consentito e avallato, in passato,“ la nomina” dell’ultimo Commissario Cotticelli.
Nessuno, pertanto, strumentalizzi o metta il cappello alla protesta dei Sindaci e del popolo calabrese.
Infine, ritengo che occorra assolutamente superare il commissariamento in Calabria che ha solo provocato gravi danni, pur nella consapevolezza che ciò non possa avvenire in piena emergenza Covid-19.
In tale momento, però, se la sanità deve essere gestita da un Commissario, non accettiamo, come Calabresi, un nome figlio delle precedenti logiche che rappresenti solo una lottizzazione politica sulla nostra pelle e di quella di tutti i cittadini.
La figura in questione dovrà essere concertata con la Calabria e non imposta e calata dall’alto.
Infine ritengo Gino Strada, che ho l’onore di conoscere personalmente da tempo e che è stato anche varie volte a Cinquefrondi, per la sua storia ed il suo coraggio, una figura in grado di infrangere questo “sistema” e di avere tutti i requisiti per poter collaborare con quella Calabria pulita e forte che, da anni, con coraggio e competenza, lotta per i propri cittadini e che conosce questa terra e le sue problematiche.
Una figura nevralgica che dovrà comunque affiancarsi con i Sindaci, le associazioni, i movimenti territoriali ed i medici calabresi che ogni giorno vivono e subiscono la malasanità, ma allo stesso tempo ne denunciano da tempo le storture e lottano per il diritto alla salute di tutte e tutti.
Queste sono le motivazioni per le quali andrò a Roma e questa la mia posizione chiara e netta sulla sanità in Calabria con la “Speranza” che il Governo voglia essere nostro interlocutore e non controparte.