Reggio Calabria: Filomena Iatì scrive una lettera sulla giornata contro la violenza sulle donne
Guardare il suo sorriso mentre esce dalla porta è come cancellare tante immagini devastanti, come fiamme che bruciano, come troppi schiaffi, come troppi pugni su corpi di donne. Non basta una giornata, non bastano slogan, magliette, manifestazioni, perché la Donna è madre, la Donna è moglie, la Donna è Nonna, la Donna è amica, sorella. Le donne siamo tutti noi, le donne sono del mondo come il fattore umano che unisce.
I simbolismi sono importanti, ma è più importante la nostra azione quotidiana nel rispetto delle sensibilità umane, che siano allargate a tutte le sensibilità. Il mio appello è quello di far uscire fuori le problematiche interiori delle donne che subiscono violenza, sia nell’ambito familiare e sia nell’ambito professionale e soprattutto in incontri passeggeri.
Non si fa mai tanto per bloccare tutte le varie problematiche che nascono ormai dai rapporti deviati e dalle insoddisfazioni generate dalle nuove società. Noi donne siamo al centro di un mondo e da tanto tempo siamo sempre al centro di un dibattito, ma siamo protagoniste importanti in tutti gli aspetti della vita sociale, privata ,professionale ,politica, economica, sportiva e culturale.
Dobbiamo ripartire dal profondo rispetto della dignità umana, perché non accadano piu’ tante storie negative come quella di Maria Antonietta Rositani.
Questa mattina mi sono svegliata ascoltando una canzone di Bungaro “Anna siamo tutti quanti”, forse è proprio così, ognuno di noi dovrebbe vestire gli abiti dell’altro per comprendere le violenze che tantissime donne subiscono ogni giorno. È giunto il tempo del vivere la quotidianità con la forza della denuncia, con la forza del non avere paura.
Rimanendo come una barriera ferma e con la schiena dritta del rispetto della dignità verso le donne e verso tutti coloro i quali la pensano diversamente da noi ,perché i diritti devono essere fruiti ogni giorno e non sono soltanto in occasioni segnate sul calendario.
I diritti vanno rispettati nei modi di vivere, diventando paladini contro la violenza sulle donne, diffondendo la cultura dell’empatia. Questo è il motivo per cui oggi io dico “Siamo tutte Maria Antonietta” , siamo Anna, siamo tutte quelle donne vittime, ogni giorno, di inaudite violenze, e che avrebbero il diritto di vivere serenamente, per tutto il resto dei loro giorni.