Reggio Calabria: il centrosinistra chiede le dimissioni di Ripepi “vicenda scabrosa, condotta va censurata con forza”
La vicenda raccolta nel documento del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria per la quale il consigliere Massimo Ripepi, sfruttando la propria influenza come capo spirituale della propria comunità religiosa, avrebbe suggerito ad una donna, madre di una bambina di appena di 9 anni, di non denunciare gli abusi sessuali subiti da parte dello zio, assume toni scabrosi che risultano del tutto incompatibili con il ruolo di chi, seppur dai banchi della minoranza consiliare, dovrebbe rappresentare con onore le istituzioni territoriali democraticamente elette.
E’ quanto scrivono in una nota i rappresentanti delle forze politiche di centrosinistra che compongono la maggioranza alla guida di Palazzo San Giorgio.
Ripepi deve dimettersi immediatamente prosegue la nota la sospensione da Fratelli d’Italia, partito che peraltro non brilla in Calabria e nel resto d’Italia per capacità di selezione della propria classe dirigente, è solo una foglia di fico che non riduce di una virgola la gravità della posizione del consigliere, che deve dimettersi immediatamente in attesa di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti.
La sua difesa a mezzo social, tra l’altro, appare come la classica pezza peggiore del buco. Ripepi sostiene infatti di essere in possesso di testimonianze in grado di provare che in merito alla necessità di denunciare gli abusi sessuali subiti da una bambina di appena 9 anni, il Consigliere avrebbe suggerito alla madre, citando testualmente, di “decidere lei liberamente cosa fare”.
Un’affermazione gravissima, che conferma la condotta ignobile di Ripepi, che da rappresentante delle istituzioni e da una posizione di forte influenza psicologica sulla famiglia, avrebbe dovuto immediatamente suggerire di denunciare l’abuso o di denunciarlo lui stesso, per consentire alla bambina di accedere ai consueti programmi di sostegno che lo Stato normalmente prevede per i minori vittime di violenza.
Ripepi invece pare aver consapevolmente scelto un comportamento differente, evidentemente contrario all’onorabilità che un rappresentante delle istituzioni dovrebbe sempre rispettare.
Una scelta sulla quale gli organismi preposti faranno le opportune valutazioni, verificando se la condotta risulta censurabile sul piano giudiziario. Ma nell’attesa che ciò avvenga, nell’esprimere la nostra vicinanza alla famiglia colpita da questa assurda vicenda che ha lasciato sgomenta l’intera comunità reggina, chiediamo che Ripepi rimetta immediatamente il suo mandato.