Reggio Calabria: “la fiaba di Natale e il ritorno alla Realtà”, una cittadina scrive lettera al sindaco Falcomatà
Oggi vi racconto una Fiaba di Natale:
Esisteva una città adagiata su un mare azzurro e cristallino, abitata da gente generosa, ospitale e laboriosa. Il cielo era azzurro e i tramonti sul mare offrivano uno spettacolo di colori su uno sfondo di montagne blu e del grande vulcano innevato. I frutti erano dolci e nutrienti e la popolazione cucinava gustose prelibatezze artigianali. Era Reghion.
La cittadina visse diversi anni di splendore e grazia. Poi pian piano iniziò a perdere la sua lucentezza…lentamente….sempre più profondamente. Il capo della città con il suo Consiglio trascurò la pulizia della città, cosicchè la popolazione maturò pian piano una nuova triste consuetudine: un po’ alla volta accanto ai portoni delle case e in riva al mare si iniziarono a vedere accatastati pacchi su pacchi, oltre a grossi cubi di legno con ante dal particolare odore di muffa.
L’Amministrazione di quella città, tutta impegnata nel raggiungere la Torre delle Altezze, non valutò la cosa e lasciò andare fin quando nel periodo di Natale accanto ai portoni delle case si ritrovarono abbandonati svariati “pacchi natalizi” che rilasciavano liquami vari ed emanavano ‘profumi ‘ caratteristici verso il cielo.
E anche in riva al mare granchi, pesci volanti e stelle marine lamentavano la distruzione del loro Habitat naturale. Il tutto nell’indifferenza generale degli abitanti, che si preoccupavano di lucidare solo l’interno delle loro case senza guardare oltre il proprio naso.
Una vera sorpresa per gli ospiti forestieri che venivano ricevuti nelle case in questo periodo. Apprezzavano l’accoglienza e il calore di quel popolo dal cuore generoso, ma rimanevano stupìti nel vedere un paesaggio così violentato.
Arrivò Babbo Natale quella notte: vide i pacchi accatastati dappertutto, che deturpavano la bellezza dei borghi, delle case e del mare; dispiaciuto per questi comportamenti umani e soprattutto per i bambini di quella città, a malincuore non si fermò a Reghion. Volò via verso altre mete con la sua slitta e le renne maestose, verso quei paesi dove gli abitanti erano abituati a custodire il Creato loro affidato e a prendersi cura della Bellezza della loro terra.
In quel Natale tutto taceva nei borghi di quella città, giorno e notte, tra rifiuti e liquami vari, mentre gli abitanti perdevano la Luce della Speranza, si incupivano sempre più e i vari borghi della città si spegnevano e con loro, i cuori degli abitanti.
Trascorse un anno: il Sindaco di Reghion prometteva nuove soluzioni, mentre gli abitanti continuavano a mantenere la nuova cattiva consuetudine. Questi ultimi nel momento in cui si trovavano a viaggiare verso i paesi delle terre del Nord, si guardavano bene dal ‘lanciare’ buste di spazzatura sulle strade o nei portoni, pena multe, rimproveri degli abitanti dei luoghi e mortificazioni personali.
Ma al loro rientro in città, pur coltivando i propri giardini a ortaggi, aranceti e mandarini una meraviglia di bellezza e genuinità da offrire ai propri figli ahimè sul lato strada continuavano a lanciare spazzatura di vario tipo nell’indifferenza degli Amministratori comunali.
In fondo “ se lo fai tu, lo faccio anch’io!… tanto… la strada di fronte casa mia non mi appartiene, che me ne importa, basta che non ce l’ho ( la spazzatura) dentro casa!”
Questo pensavano tra sé e sé gli abitanti di Reghion e così le montagne di rifiuti aumentarono, attirarono topi, insetti, vermi e cinghiali, con esalazioni che arrivavano fino ai piani alti delle case….gli alberi di mandorlo in fiore, che altrove sarebbero stati coltivati e valorizzati per la creazione di una economia circolare a km 0 e per gustarne la bellezza ed eleganza nei parchi.
Qui venivano sommersi dalla spazzatura gettata senza criterio, perché ormai i cittadini non credevano più nella pulizia delle strade della città, sebbene continuassero comunque a pagare tasse esorbitanti e a vivere con i propri figli proprio in mezzo a quel puzzo, per cui, pur tenendo pulite e profumate le proprie case, quando scendevano per andare in macchina, giorno dopo giorno, ognuno buttava le proprie buste accanto alle automobili.
Non c’era più posto per parcheggiare, ma nessuno fiatava…. l’importante era che quell’immondezzaio, da loro creato sulle strade, non entrasse dentro casa.
Gli Amministratori continuavano a tacere. In quella città mancava l’amore per il Bene comune da parte di tutti; mancavano quei piccoli gesti quotidiani di ciascuno fatti con il cuore e il rispetto verso l’altro, verso i propri figli e verso Madre Natura. Fu così che un bel giorno si ritrovarono tutti sommersi dalla spazzatura, i figli si infettarono di virus e batteri di vario tipo.
Tutti compreso gli Amministratori della città, furono costretti a respirare con maschere d’ossigeno e la città ‘bella e gentile ‘ di un tempo morì per sempre, nonostante le potenzialità dettate dal mare, dai mandorli e dagli scavi archeologici, nella tristezza generale soprattutto dei bambini. E qui la storia finisce. Oppure no?
Un finale diverso è possibile … se tutti insieme ci crediamo, se crediamo ad un possibile futuro per questa città in ginocchio, a patto però che ognuno giochi la sua parte. E solo allora potremo scrivere un lieto fine.
Ritorno alla realtà
Gent. Sig. Sindaco
Prima di essere rieletto per il Suo secondo mandato ha fatto delle promesse ai suoi cittadini rispetto alla restituzione della bellezza e pulizia a questa città, promesse ad oggi ancora non onorate. Ad ottobre avrebbe dovuto aprire una discarica, un inizio di svolta tra l’altro non ecosostenibile per l’intera città, in ogni caso un inizio.
L’adozione di qualche intervento sporadico tampone, pur apprezzando la buona volontà, non rappresenta certo la soluzione definitiva della raccolta rifiuti se non prevede atti di responsabilità conseguenti verso cui indirizzare i cittadini. In merito,lascia basiti il silenzio totale rispetto ad una sensibilizzazione capillare sul territorio verso i cittadini nell’adozione delle 4 R (Riutilizzo Reciclo Riuso Recupero) a differenza di altre Regioni.
Dispiace dover assistere alla pulizia, allo spazzamento e lucidatura costante del circondario del Palazzo del Comune di Reggio Calabria, palazzo S. Giorgio, diverse volte al giorno rispetto a periferie lasciate in stato di abbandono da mesi. Perfino l’esterno dei cimiteri della città è sommerso di rifiuti.
Questa città sta raggiungendo un livello di inciviltà troppo grave finanche verso i propri defunti e questo dimostra il ‘Bene’ che Lei nutre per la sua città e i suoi cittadini, squilibrato tra l’altro tra centro e periferie.
Le chiediamo quale sia il programma di raccolta delle micro discariche, nel caso in cui ne esista uno.
Come cittadini abbiamo il diritto di sapere quali siano gli sviluppi della raccolta differenziata settimanalmente. Chiediamo inoltre se esiste un programma ecosostenibile o se si intende ritornare al passato con uso di discariche e termovalorizzatori e conseguente diffusione di diossina e ulteriore diffusione di tumori non bastano le persone malate o defunte causa tumori?
Si sta pensando ad una economia circolare e a campagne di sensibilizzazione dei cittadini? Si prevedono percorsi virtuosi, incentivanti e premianti per quei cittadini che credono ed eseguono la raccolta differenziata?
Ai cittadini: vogliamo impegnarci per curare la strada di fronte casa propria? Ci abitiamo noi! Basterebbe non gettare nulla giorno per giorno, dalla carta al pacco. Questo tuttavia può essere incentivato dal Comune attivando procedure coerenti per il Bene di questa città.
Rimaniamo in attesa di risposte tempestive, Sig. Sindaco, Assessore al ramo e collaboratori.
Siamo stanchi di aspettare promesse non mantenute. BASTA!
Cinzia Sgreccia