Reggio Calabria: un bene confiscato sarà sede dell’Agenzia Sociale per la Casa
La Giunta Comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, ha approvato il progetto definitivo per il recupero di un Bene confiscato alla criminalità organizzata destinandolo a sede dell’Agenzia sociale per la Casa.
Con un investimento di 250 mila euro fondi individuati dal Pon Metro 2014-2020, secondo l’indirizzo del Sindaco Falcomatà e dell’Assessore con delega alle Politiche Ue Giuseppe Marino, per il miglioramento della qualità dei servizi e la promozione dell’inclusione sociale, Palazzo San Giorgio ha ufficialmente dato il via ad un processo di riorganizzazione, riqualificazione e contrasto ai fenomeni che generano disagio sociale ed emergenza abitativa.
Un percorso avviato attraverso l’individuazione di un immobile da assegnare a quello che il consigliere comunale delegato, Giuseppe Sera, definisce «un intervento fortemente incisivo, inclusivo e capace di intaccare problematiche estremamente delicate».
L’Agenzia sociale per la Casa sostiene Sera è una risposta radicale ad un problema radicale. Se non è possibile fornire tutti di un alloggio popolare, è pur vero che ad ogni persona in difficoltà va riconosciuto un progetto capace di trasmettere sollievo e infondere speranza.
Così facendo, capitalizziamo risorse puntando a rilanciare settori chiave per la pubblica amministrazione e per la comunità che ci onoriamo di amministrare. L’obiettivo è di riuscire a risolvere le difficoltà delle persone e delle famiglie che, per svariati motivi, attraversano situazioni di criticità».
Si è scelto, dunque, di puntare alla realizzazione di “housing sociale” «non soltanto per invertire la rotta di chi ha problemi abitativi, ma anche per incontrare le esigenze di qualsiasi categoria svantaggiata».
L’analisi di Nancy Iachino, consigliere delegato ai Beni confiscati, si sofferma su un aspetto altrettanto significativo: «La criminalità toglie a tutti. E noi togliamo alla criminalità per riconsegnare alla gente quello che le appartiene.
E’ indicativo, in questo senso, il lavoro messo in campo dall’amministrazione Falcomatà che, seguendo criteri di obiettività, trasparenza e legalità ha rivoluzionato il modo di concepire l’assegnazione dei patrimoni sottratti al malaffare».