Gioia Tauro: Destinati investimenti per infrastrutturazione delle aree ZES Calabria
Tra le prime Zone economiche speciali istituite in Italia, la ZES Calabria, guidata dal commissario governativo Rosanna Nisticò, ha un’estensione di superficie pari a 2.444,53 ettari, suddivisa tra aree retro-portuali ed aeroportuali. Intorno a questi territori, ruolo attrattivo di sviluppo è ricoperto dal porto di Gioia Tauro, che assume funzione trainante nel sostegno all’economia dell’intera regione.
A tale proposito, al fine di creare le condizioni infrastrutturali favorevoli all’insediamento di nuove imprese, oltre a quelle determinate dalla normativa di settore e relativa alla istituzione delle ZES (incentivi, benefici fiscali e semplificazioni amministrative), l’Autorità portuale di Gioia Tauro ha inserito nel proprio Piano Operativo Triennale 2021 – 2023 una serie di opere pubbliche, che puntano a raggiungere questo obiettivo e ad incentivare possibili insediamenti aziendali.
In piena sintonia con quanto dichiarato dal ministro per il Sud, Maria Rosaria Carfagna, nel corso del question time alla Camera dei Deputati, in merito alla volontà di destinare 600 milioni di euro per l’infrastrutturazione delle zone economiche speciali, l’Ente, guidato dal commissario straordinario Andrea Agostinelli, ha programmato la realizzazione di opere di urbanizzazione dell’area del retroporto, per un valore economico di 10 milioni di euro, per il quale ha fatto richiesta di inserimento nel Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza, al fine di preparare le ottimali condizioni di viabilità, illuminazione e canalizzazione delle acque, necessarie a stimolare l’investimento di imprese nazionali ed internazionali in loco.
Nel contempo, in osservanza alla normativa nazionale di settore, disciplinata dalla Legge n°117 del 4 ottobre 2019, adeguata alle disposizioni del regolamento UE 2017/625 in materia di controlli sanitari sugli animali e sulle merci che entrano nell’Unione Europea, è stata altresì pianificata la creazione della “cittadella delle ispezioni” per un valore economico complessivo di 3,5 milioni di euro, per la quale è stata altresì fatto richiesta di inserimento nel PNRR. Si tratta di un’unica area di controllo integrato delle merci, all’interno della quale sarà realizzato anche il punto di ispezione frontaliera, (valore di 2 milioni di euro) al fine di attivare una maggiore semplificazione delle attività di controllo delle merci, che toccano sia gli aspetti sanitari ma anche quelli relativi all’antifrode, per offrire così un ulteriore servizio di sostegno alle attività di trasporto delle aziende che insistono nel del retroporto.