Marina di San Lorenzo: tenuta il 18 aprile la benedizioni della panchina “rossa” alla presenza della signora Rositani
Domenica 18 aprile alla presenza della Comunità di Marina di S.Lorenzo e della signora Rositani è stata benedetta la panchina “rossa” da don Giovanni Zampaglione.
Prima della preghiera di benedizione don Giovanni Zampaglione ha fatto una forte riflessione dicendo queste parole:
La violenza degli uomini sulle donne probabilmente c’è sempre stata ma oggi è diventata visibile perché le donne non accettano più di nasconderla e viverla in silenzio.
Cioè è legata al nuovo ruolo attivo che sempre più le donne hanno assunto. Contro questo nuovo ruolo attivo della donna, che giustamente non tacciono più e denunciano i soprusi maschili, è allora nato un altro terribile fenomeno: la vendetta contro le donne, semplicemente colpevoli di non voler più subire e di voler scegliere con la loro testa come da sempre fanno gli uomini.
Vendette terribili e assurde, con l’acido gettato in faccia per rovinare la vita alla donna che non ubbidisce, o col fuoco che pretende di cancellare il corpo un tempo amato.
È il caso di Maria Antonietta Rositani, una vittima che giustamente invita a denunciare gli uomini violenti. Non è vendetta, è solo la necessità di spezzare la catena della violenza. Di far capire agli uomini violenti che non la faranno franca. A partire da questo serve poi una seria autocritica degli uomini: c’è qualcosa di violento nel loro agire, in molti casi, di cui la violenza sulle donne è solo un aspetto.
Alla Signora Antonietta Rositani dico grazie: perchè nonostante i segni inferti dal male e le tante ferite non ha perso il sorriso e la gioia di ricominciare… Le auguro di poter tornare al suo posto di lavoro: fare l’infermiera per donare amore agli altri e anche assistenza.
Le auguro inoltre di continuare a fare delle campagne per sensibilizzare sia i ragazzi che gli adulti proprio contro la violenza in se stessa perchè purtroppo viviamo in un mondo dove di violenza se ne vede tantissima.
Subito dopo Don Giovanni Zampaglione ha benedetto la la panchina “rossa” e ha consegnato delle parole in prosa scritte per la signora Rositani da Olga Balzano Melodia.
Alla fine è intervenuta la signora Rositani ringraziando tutti i presenti per la vicinanza e l’affetto da parte di tutti e poi ha concluso con i ringraziamenti il presidente dell’Associazione Calabriamoci Paolo Neri.
Lettera di Olga Balzano Melodìa:
A Maria Antonietta Rositani
Maria Antonietta è una donna come tante, bisognosa d’amore e felice di aver trovato il suo principe azzurro. Poco importa se il suo principe azzurro, già all’ inizio, mostra chiari segni di squilibrio e violenza, pensa che sia solo geloso.
Cosi si mettono insieme, si sposano, e gli episodi di violenza continuano, anzi aumentano. E lei sempre a darsi la colpa di tutto, anche perché dispiace buttare via un amore importante per quelle che alla fine vengono sempre fatti passare per eccezioni. Tanto lui mi vuole bene davvero, solo che mi vuole bene a modo suo…
E cosi si va avanti, fino a quando dopo aver sposato un uomo violento, aver avuto con lui due figli, con la speranza che alla fine cambiasse, sempre all’insegna dell’amore, ecco che finalmente si arriva a lasciarlo. E lui la prende male, lui è il perfetto, l’angelo, mentre la moglie è il mostro, l’ingrata, quella che non comprende che lui è l’unico bravo e che pensa al bene della famiglia.
E cosi la brucia, esattamente come si mettevano al rogo le streghe, non si sa mai che lei non possa fargli qualcosa con la sua stregoneria.
Bruciata su quasi tutto il corpo, scampata solo per la propria prontezza di riflessi, essendo riuscita a spegnere l’incendio che il marito omicida le aveva appiccato buttandosi in una pozzanghera.
E questa è una vicenda finito quasi bene: si è avuto nel Nord Italia un esito ancora più drammatico, con una moglie che aveva voluto lasciare il marito poliziotto integerrimo e irreprensibile, che mai prima di allora aveva dato segni di violenza. Lei lo aveva voluto lasciare perchè ormai l’amore era finito. E lui non ci ha più visto, facendole pagare il suo coraggio, prima accoltellandola ripetutamente, poi inseguendola per strada e scaricandole addosso la pistola d’ ordinanza.
Che dire? Ci sono studi seri sulla violenza, studi sociologici, politici, psicologici, che vorrebbero avere la pretesa di dare una spiegazione, non una giustificazione, a tale fenomeno, magari arrivare a prevenirlo, o almeno a offrire un aiuto alle vittime.
Ma la legge spesso appare inadeguata a proteggere le vittime e a punire i colpevoli, spesso vediamo arrivi a cose già fatte.
Maria Antonietta esorta a denunciare, a non giustificare, a non sentirsi sempre sbagliate e colpevoli.
E cosa si può dire se non che sarebbe un bene che anche la comunità smettesse di chiudere gli occhi e tutto il resto, spesso dicendo: “Se l’è meritato”, “Lo ha istigato”, “Ha fatto bene”.
Magari una cultura meno maschilista, pardon, patriarcale, che garantisca non solo l’uguaglianza tra uomo e donna a livello lavorativo e legislativo, ma a livello culturale.
Un mondo cosi diverso farebbe paura al maschio? Forse anche i maschi dovrebbero essere educati in modo diverso? Chissà… Una certa Mia Martini cantava “gli uomini sono figli delle donne ma non sono come noi”.