La Lega Calabra si rivolge al procuratore Gratteri per il S. Anna Hospital
Appare veramente incomprensibile l’atteggiamento assunto dalla Commissione Straordinaria dell’ASP di Catanzaro che continua ad omettere di assumere quei provvedimenti indicati dal Commissario alla Salute, Guido Longo, e non adotta le conseguenti statuizioni di cui alle sentenze emesse dal TAR del capoluogo.
Una condotta che sembra voglia penalizzare pesantemente una struttura di eccellenza come il S. Anna Hospital che negli ultimi 10 anni ha eseguito oltre 35.000 interventi, salvando innumerevoli vite umane.
La Lega, che ha chiesto, anche, l’immediato intervento del Presidente del Consiglio, prof. Mario Draghi, e dei Ministri dell’Interno, dott.ssa Luciana Lamorgese, e della Salute, On. Roberto Speranza, ha presentato un articolato esposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro e, in particolare, alla attenzione del dott. Nicola Gratteri.
Dinnanzi a condotte che appaiono in palese contrasto con le statuizioni emesse dal TAR di Catanzaro e con le indicazioni assunte dal Commissario alla Salute, è stato chiesto all’Autorità Giudiziaria che si eseguano adeguate e celeri indagini per verificare se nei comportamenti assunti dalla Commissione Straordinaria dell’ASP si possano ravvisare ipotesi di reato e, in particolare, la violazione degli artt. 328, 323, 331 e 388 del Codice penale.
In sostanza, si è chiesto alla Procura della Repubblica di accertare se nelle evidenti condotte omissive assunte dalla triade vi sia la violazione di legge e dei propri doveri di imparzialità, efficienza e trasparenza, con espresso riferimento al mancato riscontro alle richieste di sottoscrizione dei contratti, al possibile abuso d’ufficio e, comunque, alla elusione di provvedimenti giudiziari.
Si è chiesto, altresì, di verificare se vi siano anche stati comportamenti omissivi da parte del Commissario alla Salute e dei Ministri Speranza e Lamorgese in relazione alla possibilità sia di rimozione della Triade che di sostituzione alla stessa.
Una situazione veramente incomprensibile che, però, rischia di portare alla chiusura di una struttura di eccellenza che ha salvato migliaia di vite umane e alla perdita di oltre 300 posti di lavoro.
Ancora una volta questi fatti, se non ci sono elementi sconosciuti, dimostrano di come siano fallimentari le nomine di commissari che appaiono inadeguati e completamente staccati dalla realtà dei territori e spesso omettono condotte per paura di poter sbagliare.
Ma, se così dovesse essere, ci si chiede perché non si dimettono e lasciano spazio a chi potrebbe dare un vero contributo di crescita e sviluppo alla Calabria. Anche in questo caso, però, appare evidente il danno causato ai calabresi e l’inadeguatezza dei commissariamenti che hanno finora fornito e causato solo rilevanti danni alla comunità calabrese.