Aeroporto dello Stretto, la task force comunale rompe con la Sacal
“L’interlocuzione con Sacal è definitivamente cessata”. È quanto afferma l’avv. Salvatore Chindemi, coordinatore della task force aeroporto operativa presso il Comune di Reggio Calabria.
In una nota stampa, Chindemi riprende le recenti dichiarazioni del consigliere metropolitano delegato ai Trasporti, Carmelo Versace, e dell’assessora comunale alla Mobilità, Mariangela Cama, ed aggiunge: “L’amministrazione Falcomatà aveva offerto ripetutamente, in occasioni pubbliche ed in incontri riservati ai vertici Sacal, una collaborazione leale e trasparente, finalizzata a rimuovere i vecchi e nuovi ostacoli che hanno impedito ed impediscono, un reale e duraturo sviluppo dell’aeroporto Tito Minniti.
Si era ritenuto, responsabilmente, di dismettere i vecchi ed improduttivi metodi di contrapposizione fra campanili, che da sempre hanno contraddistinto i ‘rapporti’ fra le città calabresi, incamminandosi sul sentiero più virtuoso di una collaborazione che avrebbe potuto produrre benefici ad entrambe le realtà aeroportuali”.
“Ma abbiamo constatato spiega Chindemi con amarezza e disappunto, che a questi comportamenti responsabili e collaborativi del sindaco metropolitano, supportato da tutti i componenti della task force, i vertici della società di gestione lametina hanno ritenuto di dover adottare un comportamento ‘padronale’, disattendendo ogni impegno sottoscritto pubblicamente”.
“La stessa missiva oggi pubblicamente trasmessa al sindaco Falcomatà dal Presidente Sacal Giulio De Metrio, dai toni dimessi, quasi difensivi, e ben lontani dal merito reale delle concrete questioni poste sul tavolo, è indice dell’approssimazione e della scarsa incisività che oggi caratterizza la governance dell’Aeroporto reggino, sulla quale continuiamo a chiedere fatti concreti ed una reale e tangibile inversione di tendenza”.
“Vorremmo inoltre sommessamente rammentare ai soci lametini e catanzeresi della Sacal aggiunge Chindemi che la loro società è solo un ente aeroportuale gestorio e che i reali ‘proprietari’ dello scalo reggino sono i cittadini della Città Metropolitana e che la rappresentanza dei loro interessi attiene, esclusivamente, ai suoi rappresentanti politici.
Alla luce dei fatti, passati e recenti, come non aderire alla tesi di quanti oggi sostengono che il vero, reale, obiettivo della Sacal è quello di sviluppare al massimo l’aerostazione di Lamezia facendo, di fatto languire quelli di Reggio e Crotone fino a farli sparire”.
L’avvocato Chindemi quindi ripercorre sinteticamente i fatti a supporto delle proprie convinzioni: “I vertici Sacal si erano pubblicamente impegnati a condividere il piano industriale, approvato recentemente, con l’amministrazione cittadina, dall’esame del quale si sarebbe potuto verificare quali erano le reali prospettive per l’aeroporto dello Stretto.
Stiamo ancora attendendo di conoscere questo fantomatico piano, custodito dall’Ente Gestorio come un segreto inespugnabile, al cui raffronto il luogo ove si custodisce il Sacro Graal, rappresenta quasi il segreto di Pulcinella.
Ripetutamente, il sindaco metropolitano aveva manifestato, comunicandola ai diretti interessati, l’intenzione di far parte della compagine societaria lametina: ovviamente subordinando la sottoscrizione di quote societarie ad una reale autonomia gestionale dello scalo cittadino, in un’ottica non concorrenziale.
Si è ripetuto all’infinito che si intendeva sviluppare il nostro scalo attraendo esclusivamente l’utenza della dirimpettaia città metropolitana di Messina, con uno sguardo all’utenza che, nei mesi estivi, è attratta dalle isole Eolie, nonché su tutti i residenti dei territori metropolitani.
Avevamo avuto rassicurazione che, anche negli intendimenti dei soci lamentini e catanzeresi, albergava l’intendimento di ‘accogliere’ la città metropolitana nella compagine sociale al primo incremento di capitale sociale. Peccato che è stato deliberato di recente l’aumento di capitale sociale di circa dieci milioni di euro con la possibilità di sottoscrizione offerta solo ai soci preesistenti!”.
Ed ancora:” Avevamo evidenziato che i 27,5 milioni di euro destinati allo scalo reggino rappresentavano un’opportunità irripetibile per una sistemazione funzionale e definitiva. Spacchettrare il finanziamento in 9 micro-interventi, avrebbe rappresentato un intollerabile spreco di risorse pubbliche, senza apportare un significativo contributo alle problematiche della aerostazione.
Con protervia si insiste oggi, ad espletare gare di progettazione, i cui elaborati devo essere approvati prima da Sacal, poi da Enac e quindi dal Mit.
Al termine di questa fase preliminare si dovrebbe bandire, scadenzate, le gare di appalto che, espletate senza ricorsi, porterebbero a svolgere i primi lavori tanto inutili quanto dannosi tra il 2022 e 2023, concludendosi nella migliore delle ipotesi nel 2024/2025. Il quel tempo l’aeroporto ha già cessato di vivere”.
“Con gli stessi importi finanziati continua Salvatore Chindemi con un auspicabile contributo della città metropolitana, in 18 mesi si potrebbe realizzare lato mare una nuova aerostazione, moderna autosufficiente ed efficientemente collegata in modo intermodale, il cui progetto è stato da tempo, realizzato ed offerto a titolo gratuito all’ente comunale da un imprenditore reggino”.
“Infine prosegue la nota stampa si era richiesto un incremento dei voli, riattivando almeno quelli per Roma e Milano con partenza da mattina e rientro la sera. Il presidente della Sacal De Metrio sconsigliò pubblicamente di interloquire con Alitalia, versando la stessa in condizione critica; sarebbe stato più utile (consigliò) approcciare altri vettori.
Con un comportamento di difficile definizione lo stesso il giorno dopo, in compagnia di un deputato reggino, si presenta nella sede di Alitalia a Roma per perorare la richiesta dello stesso al ripristino dei voli sopramenzionati, il cui intervento aveva sconsigliato al sindaco Falcomatà”.
“La cessazione della interlocuzione con Sacal conclude Chindemi non rappresenta, in alcun modo, l’accantonamento delle problematiche aeroportuali dello scalo reggino. Anzi, è l’inizio di una fase nuova che sposta le questioni su altri tavoli, in primis quelli di Enac e Ministero dei Trasporti.
Noi siamo pronti e determinati ad accettare questa sfida che Sacal ha inteso lanciare con i suoi comportamenti, nell’esclusivo interesse di questa città: chiediamo il contributo di tutti, al di là delle appartenenze politiche, sul presupposto che la città metropolitana, privata del suo scalo, diventerebbe una scatola vuota allontanando definitivamente ogni prospettiva di sviluppo che, duole dirlo, forse rappresenta il reale disegno delle altre provincie corregionali”.