Libera su celebrazione trigesimo boss Tegano nella Cattedrale cittadina
Nei giorni scorsi la chiesa calabrese ha dovuto prendere atto della sentenza di primo grado, nell’ambito del processo Ghota, che condanna don Pino Strangio, parroco di San Luca e già rettore del Santuario di Polsi, a più di nove anni di reclusione.
In seguito alla pesante condanna, don Strangio ha presentato al vescovo Oliva le sue dimissioni da ogni ufficio pastorale, compreso quello di parroco di San Luca.
Tali dimissioni, pur essendo state presentate tempestivamente, non cancellano lo sconcerto e l’amarezza per la dura sentenza, nonostante questa non sia passata ancora in giudicato, che attribuisce a don Strangio una sua responsabilità precisa ai vertici della cosiddetta “ndrangheta invisibile”.
A rafforzare questo clima di smarrimento e sfiducia è la notizia che l’altro ieri, nella cattedrale di Reggio Calabria, è stata celebrata una messa per Giovanni Tegano, boss di Archi protagonista delle guerre che hanno provocato più di mille morti a Reggio tra il 1974 e il 1991, nel trigesimo della sua morte.
Come Libera da sempre accompagniamo i familiari delle vittime innocenti delle mafie nella loro lunga attesa di verità e di giustizia, gli imprenditori e i commercianti che denunciano e resistono alla morsa del racket e dell’usura. Sono proprio questi a chiederci circa l’opportunità di celebrare la Messa del trigesimo di un boss in Cattedrale, anziché farlo in un’altra chiesa.
Nella fiduciosa attesa che venga chiarito il perché si è voluto solennizzare la celebrazione, rimaniamo convinti che tutti abbiano il diritto di pregare per i loro defunti.
Certi che il vescovo di Reggio, Mons. Fortunato Morrone, ci aiuterà a diventare cristiani credibili ed opererà per continuare a orientare il nostro cammino e quello di tutti gli uomini di buona volontà, sulla via della pace e della giustizia, contro ogni mafia e violenza.
Don Ennio Stamile
Referente Regionale Libera Calabria
Avv. Giuseppe Marino
Referente Territoriale Libera Reggio Calabria