La riforma catastale, ecco il punto con l’Assessore Rocco Albanese
La tematica mossa dal recente intervento del presidente onorario dell’Uppi , Domenico Cuccio, apre a riflessioni cui siamo chiamati in causa come pubblica amministrazione.
In effetti , sic stantibus rebus, da un aumento della pressione fiscale ne deriverebbe un aggravio certamente deleterio per gli inquilini che porterebbe inesorabilmente a corposo contenzioso fra le parti e che aumenterebbe oltre ogni limite la tensione sociale in specie nella nostra città in cui la nostra amministrazione ha da subito, nel 2015, prestato molta attenzione alle proposte delle associazioni di categoria per livellare i canoni di locazione incentivando la stipula dei contratti di locazione a canone agevolato attraverso aliquote IMU più favorevoli.
Ma se la riforma dovesse veramente portare ad aumenti dei valori degli immobili del 100/150% come viene espresso dalla stampa di settore ebbene anche se per ipotesi una amministrazione volesse azzerare l’imposta municipale unica per venire incontro alla discrasia, intesa metaforicamente come patologia sociale, che si verrebbe a creare fra locatori e inquilini ciò nonostante il gap resterebbe comunque e l’amministrazione , peraltro, si ritroverebbe impoverita di una entrata assolutamente indispensabile per l’offerta dei servizi alla cittadinanza.
Dunque, come uscirne ? intanto, come avanzato da Cuccio , una clausola di salvaguardia è da prevedere sia pure entro certi limiti ma, come alternativa, sarebbe saggio che il governo salvaguardasse soprattutto tutti gli immobili locati a canone agevolato per evitare una guerra giuridica dai risvolti incerti e indesiderabili e d’altro canto, riformasse l’istituto della imposta municipale unica che , come auspicherebbe il prof. Antonio Benvenuti in un Suo recente articolo apparso sul Sole24 ore , possa evitare la tassazione patrimoniale basandosi invece sulla redditività dell’immobile.
Su questa lunghezza d’onda condivido la disamina dell’esperto dott. Cuccio che si riporta ad una imposta locale sul reddito da fabbricati (vecchia ilor) che tassava l’immobile in base al reddito che ne derivasse e non in base al valore intrinseco creato dal risparmio personale e non intaccabile del cittadino.