Lazzaro: l’Ancadic denuncia ancora la pericolosità dell’attraversamento in alveo Casalotto Ferrina
Nell’attraversamento stabile realizzato al tempo tramite demolizione dei muri d’argini è stato creato un considerevole attraversamento viario esattamente sulla briglia. Attraversamento che collega la Ss 106 e la località Casalotto Ferrina e quest’ultima con la S.P. 21 che si sviluppa sino al Centro abitato di Motta San Giovanni.
In questo tratto viario torrentizio si registra un (ulteriore) elemento di pericolosità aggiunta atteso che sulla briglia trasversale del torrente è stato realizzato un tratto viario bitumato privo lato mare di sistemi di protezione di caduta nel sottostante alveo che registra una profondità di circa 3 metri (c.d. salto della briglia) senza la costruzione del parapetto stradale o altri sistemi di protezione, cosa impossibile da realizzare perché tra l’altro impedirebbe il deflusso delle acque e favorirebbe l’esondazione.
Alcuni cittadini hanno personalmente manifestato all’ANCADIC seria preoccupazione in quanto, tra l’altro, temono che qualche ragazzo con la bici o qualche bambino, a qualche metro c’è un campetto di calcio con libero accesso, potrebbe cadere nel sottostante alveo fluviale cosa che si potrebbe verificare anche per i veicoli specialmente col buio che in quel tratto effettuano inversione di marcia.
Al riguardo a seguito del temporale di domenica 24 ottobre u.s. le acque torrentizie non permettevano l’attraversamento del tratto viario e nei giorni a seguire è stato necessario l’intervento di una ditta per rimuovere detriti e pietrame trasportati e depositati dalle acque fluviali nell’attraversamento.
Davanti a questo grave pericolo certificato dai competenti funzionari dello Stato il 28 dicembre 2016 ovvero dai funzionari della Provincia di Reggio Calabria oggi Città Metropolitana attivati dall’ANCADIC, permettere che la popolazione continui ad essere esposta a grave pericolo e tollerare queste situazioni di illegalità non è permesso alle Istituzioni preposte ad intervenire dalla logica delle cose, del ben operare, ancor prima che dalle norme di legge.
Da quanto è dato sapere per l’attraversamento in trattazione dopo tanto tempo non ci risulta portata a termine una sovrastruttura viaria. Secondo il Responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale del tempo (gennaio 2019) nessuna amministrazione comunale ha mai affrontato il problema compiutamente per carenza di fondi necessari a finanziare un intervento risolutivo della problematica. Bisogna verificare se il Comune si sia attivato per chiedere i finanziamenti.
Invitiamo gli enti competenti ad eliminare con urgenza questo pericoloso e illegale stato di fatto che da anni viene sollecitato anche da altri cittadini. Precisiamo che al tempo il Comune di Motta SG aveva progettato un ponte per il collegamento di questa località con la strada provinciale di cui non si hanno notizie.
Richiamiamo fortemente l’attenzione che nel piano comunale di protezione civile, di cui abbiamo da tempo chiesto la rivisitazione, in caso di eventi calamitosi che richiedono lo sgombero della popolazione dalle aree interessate, per l’assistenza alla popolazione come primo intervento atto alla concentrazione delle persone in spazi e strutture in grado di una prima accoglienza per poter organizzare, se necessario, una successiva sistemazione in luoghi maggiormente attrezzati, è stata individuata la vicina piazzetta, e in caso che l’evento calamitoso sia attribuibile all’esondazione del torrente o comunque le acque torrentizie non permettano l’attraversamento come si provvede a soccorrere la popolazione.
Come si soccorre una partoriente, un infartuato, un incidentato sul lavoro, in poche parole un medico, i mezzi di soccorso da dove passano? Si cerca salvezza tra i pericoli.