Raddoppio dell’inceneritore di Gioia Tauro, Luca Gaetano “si al dialogo ma a precise condizioni”
E’ notorio che la giunta regionale calabrese, con l’avviso emanato il 31 marzo scorso, ha confermato l’intenzione di realizzare il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro. Raddoppio già previsto, peraltro, dal piano Regionale dei Rifiuti approvato nel dicembre del 2016 e confermato in tutte le successive modifiche e integrazioni.
Il potenziamento del termovalorizzatore è giustificato dalle criticità che il territorio calabrese è costretto a fronteggiare per lo smaltimento dei rifiuti, soprattutto con riferimento alla frazione secca indifferenziata, e dalla finalità di inserire l’impianto in più vasto progetto di economia circolare.
In questa vicenda fatta di tante storie, però, ce n’è una che riguarda la comunità di San Ferdinando che si trova, ancora una volta, a vivere l’ennesimo paradosso: è il comune più vicino al termovalorizzatore ma è l’unico che non ottiene i risarcimenti per il danno ambientale, le cosiddette royalties.
In linea d’aria, infatti, l’impianto di incenerimento dista 4.73 Km da Gioia Tauro, 4.97 Km da Rosarno e solo 2.75 Km da San Ferdinando che però è escluso dal beneficio delle royalties per l’assurda norma che concede i benefici ai soli comuni che abbiamo un nucleo abitato entro un raggio di un chilometro e mezzo dal sito inquinante.
Ed ecco il paradosso: in conformità alla definizione giuridica di nucleo abitato, San Ferdinando non ottiene i ristori perché il primo di questi, ricadente nel nostro comune, supera il limite di soli 50 metri!
Negli anni scorsi sono state promosse iniziative per superare questa assurda limitazione derivante dalla modifica delle distanze minime attuata nel biennio 2017/2018 ma, a parte il riconoscimento ottenuto una sola volta, non vi è più stato alcun risarcimento neanche da parte di ATO RC. Oggi la questione royalties appare definitivamente affossata, sia per l’assenza di iniziative politiche che per il progressivo isolamento di San Ferdinando dal contesto politico territoriale.
Adesso, di fronte al progetto di raddoppio, la città di San Ferdinando esige legittimamente di essere parte attiva al tavolo delle decisioni: la zona è ormai irrimediabilmente segnata da insediamenti connessi all’industria ambientale per i quali è ormai difficile tornare indietro ma su cui si devono esigere i massimi standard di ecosostenibilità.
Inoltre, pur se il contesto non sembri appropriato, vi è in atto la determinata volontà di recuperare la gloriosa vocazione turistica della nostra cittadina che, nonostante tutto, può e deve essere un luogo accogliente, piacevole e dalla alta qualità di vita. Tale intento, basato sulla tradizione vacanziera e sulle singolari risorse naturali di cui disponiamo, non può essere inficiata da propositi e decisioni che vedono il nostro territorio come zona cuscinetto per piazzarvi tutto ciò che altrove viene rifiutato secondo la nota sindrome NIMB (not in my backyard), ovvero non nel mio giardino, espressione anglofona che denota quell’atteggiamento per cui tutto va bene purché sia lontano da casa mia.
Consapevoli che i progetti di sviluppo locale debbano essere conciliati con la vocazione industriale del territorio (vedi anche il ritorno in auge del rigassificatore), è doveroso, per chi ambisce a orientare il futuro della propria comunità, accompagnare la protesta con la proposta e indicare una chiara visione che possa trasformare gli annosi problemi in nuove, edificanti opportunità.
Per questo motivo, in procinto di avanzare la nostra candidatura alle prossime amministrative del 12 giugno, rivendichiamo il diritto della città di San Ferdinando di essere ascoltata e di partecipare alla fase della concertazione e soprattutto reclamiamo il diritto-dovere di far arrivare in alto la nostra voce.
La cittadinanza attiva è un valore essenziale per il nostro futuro e se vogliamo che la partecipazione dal basso non divenga uno slogan vuoto, è doveroso contribuire affinché gli obiettivi di crescita economica e di sviluppo industriale siano accompagnati da investimenti e strategie ambientali a impatto zero.
Pertanto, alla luce delle considerazioni qui esposte, porgiamo agli organi legislativi, esecutivi e di gestione le richieste per la nostra comunità rappresentando, allo stesso tempo, che su questi temi condurremo un battaglia politica dialogante, non pregiudiziale né ideologica ma allo stesso tempo fortemente determinata a tutelare gli interessi della nostra città e della intera piana di Gioia Tauro:
- Riconoscimento delle royalties a partire dall’anno in corso;
- Interventi compensativi per le mancate royalties del passato;
- Raddoppio funzionale alla economia circolare con monitoraggio dei fumi da organismi indipendenti e rete di distribuzione di energia e acqua calda sul
- Realizzazione di un impianto di ultima generazione, non inquinante, architettonicamente pregiato e non impattante sul paesaggio.
Con riferimento a questo ultimo punto sono numerosi gli esempi di realizzazioni virtuose tra cui il notissimo inceneritore di Copenaghen – che è anche una attrazione turistica – e l’impianto Hi-Tech di Sesto San Giovanni, prove evidenti del fatto che, se si vuole, le cose possono essere fatte bene, neutralizzando le esternalità negative derivanti dal trattamento dei rifiuti e addirittura trasformandole in risorse per la comunità locale.
C’è una sostanziale differenza semantica e pratica tra inceneritore e termovalorizzatore ed è su quest’ultimo che gli investimenti devono essere allocati: i rifiuti possono fornire acqua calda, energia e materie prime, così come accade in molte città europee e del nord Italia. L’esempio di Copenaghen, poi, insegna a tutti che la tecnologia può sposare l’architettura perché anche occupandosi di rifiuti si può omaggiare la bellezza.
San Ferdinando si avvia verso una importante fase di rigenerazione, di recupero della propria identità, della propria economia e della propria reputazione: di fronte all’ennesimo bivio della storia diciamo con fermezza che, in assenza di un dialogo teso ad accogliere le istanze della comunità locale, la protesta si farà dura e determinata e se l’azione politica non dovesse bastare, siamo pronti a promuovere iniziative giudiziarie a tutela di quegli interessi diffusi e di quei diritti fondamentali sanciti anche dalla nostra Costituzione.
Insomma, questo progetto pone tutti di fronte a una scelta di responsabilità: o si coglie l’occasione per realizzare un modello avanzato di sostenibilità ambientale o sarà durissima disobbedienza civile.
Luca Gaetano
Consigliere comunale, San Ferdinando
per Lista Civica VIVI SAN FERDINANDO