Il passaggio generazionale al vertice delle aziende familiari
Il passaggio generazionale all’interno di un’azienda, è un tema più che mai di grande attualità. Per questo motivo, Confindustria Reggio Calabria ha deciso di intervenire sull’argomento con un convegno, in collaborazione con l’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, il Consiglio Notarile e gli ordini degli Avvocati e dei Commercialisti ed Esperti Contabili, di Reggio Calabria.
“È di fondamentale importanza, – ha rimarcato il Presidente di Confindustria Reggio Calabria, Domenico Vecchio – capire che il passaggio generazionale nelle nostre aziende, deve avvenire secondo i canoni di Legge. Il mondo è cambiato, la legge è cambiata, tant’è vero che le statistiche ci dicono che soltanto l’11% delle aziende, riescono ad arrivare alla terza generazione, e questo è un dato veramente preoccupante, su cui intervenire al più presto, per invertire il trend”
Dopo il Presidente Vecchio, anche il Rettore dell’Università Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti, ha ribadito che un terzo di aziende familiari vanno male a seguito delle successioni ereditarie, e che, quindi il problema, è tutt’altro che irrilevante e va affrontato subito con i giusti professionisti.
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Il notaio Daniele Muritano, ha specificato che “bisogna verificare quali siano le esigenze concrete dell’imprenditore, e analizzarle sulla base di tutti gli strumenti che offre l’ordinamento. La mancata programmazione iniziale, spesso, comporta lo scioglimento delle imprese, quindi la dispersione di valori, che, invece, i professionisti dovrebbero far sì che si eviti, attraverso l’uso di questi strumenti giuridici adeguati”.
Per l’Avv. Francesca Mesiti, esperta di Diritto Ereditario, “è importante ed urgente informare, formare e consapevolizzare l’imprenditore, ad iniziare a studiare il passaggio generazionale in azienda per tempo. Il processo è lungo e complesso, in quanto implica la conoscenza di tanti elementi, ed è, nella maggior parte dei casi, ostacolato da sentimenti particolari, come l’invecchiamento, ed ancor di più, la paura di destabilizzare l’affectio familiaris, con l’intercettazione di un successore, in luogo di un altro. È un lavoro molto delicato e che occorre fare in team con dei professionisti. ”.
Domenico Nicolò, Ordinario di Economia Aziendale all’Università di Reggio Calabria, ha ribadito l’esigenza di salvare il patrimonio delle imprese familiari esistenti, che solo nel nostro paese si aggira intorno all’85% delle imprese, programmando per tempo tutti i passaggi. “Oggi ci sono degli strumenti giuridici utilissimi, ma anche molto importante intervenire sul sistema operativo per il controllo di gestione, per preparare l’impresa ad accogliere il successore nel migliore dei modi.”
Demetrio Serra, Dottore Commercialista, “gli imprenditori che hanno veramente la vision imprenditoriale, sono in grado di capire per tempo alcune cose che riguardano il passaggio generazionale. Intanto, a chi affidare la loro creatura, come farla transitare alle nuove generazioni, ma cosa ancora più importante, valutarne il carico fiscale. Infatti, a seconda di come noi pensiamo di poter fare questo passaggio generazionale, riusciamo a contemperare la possibilità di creare una struttura, che permetta all’azienda di vivere, ma anche di ottimizzare in maniera perfettamente lecita quello che è il carico fiscale dell’operazione.”
Il convegno è stato presieduto dal Professor Giovanni D’Amico, Ordinario di Diritto Privato dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, che ha anche concluso il consesso. “Il problema, che Confindustria ha avuto l’intuizione di mettere a fuoco, è un problema centrale, soprattutto in una realtà come quella nostra, che presenta numerose debolezze e fragilità. Si tratta di vincere un ritardo culturale, che non è soltanto proprio delle realtà meridionali, e che riguarda la difficoltà di programmare per tempo alcune vicende. In genere, ci si accorge dell’importanza del problema della successione al vertice dell’azienda, quando è troppo tardi, quando si è verificato qualche evento improvviso ed inaspettato, che non lascia i margini per una pianificazione seria del passaggio generazionale”.