L’Associazione Abakhi adotta piazza Salazar, cittadini ed istituzioni assieme per la custodia e la cura dei beni comuni
Si è svolta nei giorni scorsi l’iniziativa di presentazione alla cittadinanza dell’adozione della piazza Salazar, spazio comune accanto alla Chiesa di San Salvatore in via Cardinale Portanova, da parte dell’associazione Abakhi, già impegnata nella gestione della “Casa di Benedetta”, comunità educativa per minori a poche centinaia di metri.
Dopo la bonifica completa degli spazi verdi e la pulizia di tutta la pavimentazione, grazie anche agli interventi di Castore e Tecknoservice, la piazza pullula, finalmente, di bambini ed anziani ma anche di molti adolescenti che giocano a basket in un canestro installato da tempo. Un’immagine che costituisce il preludio di un rinnovato interesse per la cura degli spazi e dei beni comuni.
Il Presidente dell’associazione Abakhi, Alessandro Cartisano, ha raccontato e rappresentato alla cittadinanza i motivi della scelta dell’adozione della piazza che vanno ben oltre l’idea del decoro urbano e della semplice cura del verde.
“La presenza della comunità Casa di Benedetta in prossimità della piazza – ha affermato – ci ha fatto immaginare che i ragazzi ospiti possano impegnarsi direttamente non solo nell’animazione e cura della stessa, ma svolgere un ruolo importante, a livello sociale, nell’unire istituzioni e cittadini in un percorso condiviso ed affiancato nella rinascita di questo spazio comune: ognuno nel proprio ruolo.
La nostra convenzione con l’UDEPE, Ufficio Esecuzioni Penale Esterna, interessa e coinvolge attivamente anche adulti, autori di reato, in un processo di restituzione che prevede percorsi di inserimento sociale suggeriti da loro stessi; percorsi, questi, che danno un valore aggiunto a questa adozione”.
Presenti anche la referente di Libera , Elena Crucitti, ed il parroco della Chiesa del SS Salvatore Don Antonio. I loro interventi rimarcano e rilanciano quello di Cartisano sottolineando l’importanza di riabitare gli spazi comuni per attivare un percorso di rigenerazione degli stessi che deve e non può non condurre all’idea di comunità; ad ogni livello.
Dal canto suo Libera specifica che l’adozione di uno spazio non è solo una questione di mera restituzione alla legalità ma sposa, più profondamente, l’idea di giustizia sociale che, di fatto, è e deve essere l’obiettivo: costruire assieme giustizia sociale.
Presenti all’iniziativa anche il Sindaco metropolitano facente funzioni Carmelo Versace ed il delegato comunale per “adotta il verde” Massimiliano Merenda. Versace ha ringraziato l’associazione Abakhi e tutti gli altri soggetti coinvolti per la preziosa visione della scelta di prendersi cura di questo spazio materialmente ma anche immaterialmente con un’idea etico-sociale alta.
“Quando in una piazza si vedono bambini a socializzare giocando assieme gioiosi, strappati agli smartphone alienanti, ed, accanto a loro, anche anziani che sono nonni e nonne allora questa è una conquista significativa per tutti quanti.
Ecco perché dobbiamo camminare insieme all’interno di quei processi sociali che mettono al centro il valore delle persone e della comunità. Istituzioni e società civile devono accompagnarsi e supportarsi vicendevolmente”.
Il Consigliere delegato Merenda non ha nascosto la sua soddisfazione per un risultato così importante e bello per l’intero quartiere di Tremulini, frutto di una sinergia e di un percorso di dialogo proficuo e fruttuoso con quelle realtà che oggi hanno deciso di adottare la piazza.
“Sono profondamente commosso, oltre che soddisfatto ha affermato perchè in questo quartiere ci sono cresciuto e questo spazio, per quanto molto diverso e più precario allora, era già un riferimento per bambini e ragazzi del posto.
Ecco perché, ora più che mai, la riconquista di questa piazza da parte proprio della cittadinanza ha un significato profondamente positivo: rinasce la socialità e si ravviva, soprattutto, un importante approccio culturale a vivere e prendersi cura dei beni comuni.
Il territorio del Comune di Reggio è molto vasto ed abbiamo circa 120 piazze da gestire con soli 12 giardinieri; sarebbe impossibile, allo stato attuale, garantirne il decoro se non con il supporto fondamentale di associazioni, operatori o finanche singoli cittadini che scelgono di adottarle.
Riappropriarsi di questi spazi, sottraendoli al degrado ma anche alla malavita, significa restituirli di fatto a Chi vive i territori ed i quartieri nella legalità e nei princìpi della convivenza civile”.
Una nota stonata, fortemente indicativa delle nostre contraddizioni sociali, è stata quella di un cittadino che, durante i lavori di pulizia e recupero, ha ritenuto “giusto ed opportuno” degradare immediatamente la piazza riponendo vari sacchi di rifiuti accanto ad uno dei cestini presenti in essa; il tutto sotto gli occhi increduli dei volontari.
Sia Versace che Merenda hanno voluto intenzionalmente che quei sacchetti rimanessero lì, durante l’iniziativa, quale rappresentazione chiara di chi produce degrado, incurante di tutto e tutti, a dispetto di ogni sforzo di miglioramento sociale e civile della città.
Le istituzioni hanno sicuramente delle responsabilità e delle mancanze ma il diffuso malcostume di questi cittadini continua a scoraggiare queste iniziative.
Ciò malgrado, fortunatamente, esistono esempi virtuosi che stanno diventando sempre più contagiosi nel produrre bellezza, socialità, decoro e civiltà.