Trebisacce: nota del sindaco Mundo, in tema sanità facciamo valere le giuste ragioni di una regione che non ne può più
Il sindaco di Trebisacce, Franco Mundo , è intervenuto prima al Consiglio regionale ANCI e poi nell’ambito della Conferenza Provinciale dei Sindaci tenutasi a Cosenza, convocata dal sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi.
Il sistema sanitario calabrese ha dichiarato il primo cittadino di Trebisacce nell’ambito dell’assise è al collasso e deve smetterla di vivere alla giornata. Noi sindaci siamo chiamati a far valere le giuste ragioni dei cittadini di una regione che non ne può più. Non si riescono più a garantire né l’assistenza ospedaliera, né le emergenze urgenze. Ma non solo.
La medicina territoriale è stata smantellata. Nei piccoli comuni dell’entroterra, non ci sono più neanche i medici di famiglia, presenti solo qualche ora al giorno, nel migliore dei casi. Manca il personale, sia ospedaliero che amministrativo, creando di fatto una impasse che blocca tutto il sistema. Noi sindaci rappresentiamo il primo fronte dello Stato, a noi i cittadini si rivolgono quando la macchina si inceppa, circostanza che succede sempre più spesso.
Più volte siamo stati costretti ad ascoltare le giuste proteste per la mancanza di personale in un CUP a cui fa riferimento un bacino di utenza di migliaia di cittadini, così come dobbiamo assistere impotenti alla chiusura del CSM (Centro Salute Mentale) territoriale, per la sopraggiunta quiescenza dei medici presenti. Inutile dire come sia delicato il tema di questo tipo di patologie, spesso umilianti per chi ne soffre e per le loro famiglie.
Ma non serve parlare di un singolo territorio: la nostra deve e può essere una protesta corale, da esprimere attraverso questa assemblea, prevista dalla legge 529 del 1999 e richiamata, con regolamento, anche da una delibera della regione Calabria che ne ha previsto la disciplina. Dobbiamo far funzionare questo strumento a nostra disposizione, senza ridurre la nostra protesta ad una guerra tra poveri per rivendicare un medico, un infermiere o un servizio.
Dobbiamo avere il coraggio di aprire un confronto sul nostro sistema sanitario, su quello che vogliamo sia il sistema sanitario del nostro territorio, il cui funzionamento è tema di tanti incontri e purtroppo di nessuna soluzione.
Pur apprezzando la disponibilità del Commissario ad Acta Cotticelli, persona perbene e dotata di buona volontà, ad oggi non si è giunti ad alcuna soluzione. Bene ha fatto il presidente dell’ANCI Gianluca Callipo a chiedere l’incontro con il Ministro della salute Speranza, incontro che deve avvenire al più presto.
Al Ministro dobbiamo chiedere di superare il decreto Calabria, che non solo ha creato ulteriori difficoltà e reso più lenta la soluzione dei problemi, come le assunzioni, gli investimenti in conto capitale, la ristrutturazione degli ospedali o altri servizi.
Così come va risolta la questione sul personale, ormai altamente insufficiente. È una conseguenza non solo di una mancata programmazione ma anche del decreto Quota 100 che, con l’aumento del personale in quiescenza, ha indebolito una già fragile realtà che è da troppo tempo sotto organico.
Tutto può essere riassunto con una semplice verità: c’è una forte mancanza di organizzazione nel sistema sanitario calabrese che ci penalizza tutti, che è causa tanto della mobilità sanitaria passiva, contesto che colpisce le casse della regione e le tasche di noi calabresi, quanto dei livelli dei LEA al di sotto della soglia minima.
Non si riesce a garantire l’attuazione né di un decreto e né di un atto giudiziario che prevede la riapertura di un ospedale come quello di Trebisacce o di Praia a Mare, rendendo vani o spesso conflittuali gli atti degli organi di uno stesso Stato.
È tempo di muoverci con una sola voce, e di manifestare con risoluta determinazione ai massimi vertici dello stato che in tema sanitario è giunto il momento di iniziare a risolvere i problemi dei cittadini e di smetterla di crearne sempre di nuovi, frutto di una mancanza di visione programmatica e di una gestione scellerata. La sanità calabrese necessità di interventi strutturali e non di rattoppi”.