Da qualche tempo vi è una campagna mediatica contro l’autonomia differenziata, ma dagli slogan del tutto vuoti emerge una evidente carenza di conoscenza e di un’azione ripetitiva di affermazioni senza alcun contenuto concreto.
Il Sud e l’Italia intera hanno necessità di migliorare e di utilizzare al massimo le poche risorse esistenti per cercare di eliminare quel divario sussistente tra il nord ed il sud. La cosiddetta “questione meridionale” che non è stata mai correttamente affrontata e risolta, pur essendo decorsi decenni che hanno solo peggiorato la situazione.
Il sud e la Calabria, in particolare, sono agli ultimi posti in tutte le classifiche attuali.
Non esiste settore nel quale il sud primeggia o si trovi in posizione utile. Ogni programma di sviluppo per la Calabria è fallito e non vi è stato alcun miglioramento.
Decenni di amministrazione del tutto negativa, che non ha portato nulla di buono e che ha costretti i meridionali ad espatriare per trovare lavoro, per potersi curare, per poter inserirsi positivamente nel settore industriale o altro.
In sostanza, un fallimento di una classe dirigente e della loro capacità di apportare elementi concreti e positivi allo sviluppo del sud. Senza aggiungere la incapacità di utilizzare adeguatamente i fondi comunitari e la continua restituzione degli stessi.
Circostanze queste innegabili e che dimostrano di come il sud e la Calabria siano state gestite malamente e che questo andazzo non è stato mai corretto: tante dichiarazioni di intenti, ma nessuna misura reale ed incisiva.
Nel 2001 la sinistra decide di approvare una riforma per applicare il dettato costituzionale e dopo oltre 20 anni il Parlamento approva al Senato il disegno di legge presentato dal Governo (A.S. 615), che costituisce l’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, in tema di c.d. regionalismo differenziato.
Da tempo, infatti, si è ritenuto (e questo Governo ha confermato questa posizione fin dal suo insediamento) che la disposizione costituzionale abbia bisogno di una attuazione da parte di una fonte legislativa.
E, comunque, il testo originario di legge è stato ampiamente modificato dal Senato, che ha recepito numerosi emendamenti anche delle opposizioni.
E, invero, l’obiettivo principale del disegno di legge è la definizione della procedura che porta all’adozione della legge rinforzata di approvazione dell’intesa fra Stato e Regione interessata concernente ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia.
Il disegno di legge, poi, detta norme per il trasferimento delle funzioni (art. 4), per l’attribuzione di risorse finanziarie, umane e strumentali (art. 5), per l’attribuzione di funzioni agli enti locali (art. 6), per la durata nel tempo delle intese (art. 7) e per il monitoraggio (art. 8). Infine, il disegno di legge persegue finalità più ampie, di attuazione complessiva del Titolo V della Costituzione, a riprova del fatto che l’art. 116, terzo comma, Costituzione è, in realtà, il “motore” per il completamento di alcuni istituti costituzionali di primaria importanza.
È di indispensabile importanza, al contrario di quello che viene affermato dalla sinistra e, dispiace, anche dalla Chiesa, l’articolo 2, che attribuisce al Governo una delega legislativa, da esercitarsi entro ventiquattro mesi, per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LEP) nelle materie interessate dall’autonomina differenziata.
Finalmente, dopo oltre 22 anni, si potrà iniziare un percorso serio e concreto per cercare di eliminare il divario esistente, con individuazione delle risorse necessarie. Il problema sarà avere degli amministratori capaci, poi, di utilizzare le risorse e mettere in atto quel piano straordinario per colmare l’attuale deficit esistente.
E qui che si misurerà la capacità della Calabria e del Sud di riuscire, finalmente, ad essere concreti e adeguati. La Lega è pronta a confrontarsi con tutti per dimostrare la bontà dell’iniziato percorso, purché gli interlocutori studino e possano, con un dialogo corretto, apportare anche miglioramenti al disegno di legge.
Il resto è solo una “menzogna” gridata per interessi partitici e non, invece, per la crescita economica e sociale del mezzogiorno>>.
Lo dichiara il commissario regionale della Lega in Calabria, Giacomo Francesco Saccomanno