Palmi, sul palcoscenico del teatro Manfroce Enrico Lo Verso interpreta “Uno, nessuno e centomila
Sabato 9 marzo, alle ore 21:15, la rappresentazione del romanzo pirandelliano, con adattamento e regia di Alessandra Pizzi, nell'ambito della rassegna Synergia 48 promossa dall'associazione Amici della Musica
Dopo il successo strepitoso del concerto dell’Orchestra Tzigana di Budapest torna la grande prosa nella rassegna Synergia 48, organizzata dell’associazione Nicola Antonio Manfroce. Sabato 9 marzo alle ore 21:15 il pubblico incontrerà ancora una volta il premio nobel per la Letteratura siciliano, Luigi Pirandello, nella veste più enigmatica di autore del grande romanzo “Uno, nessuno e centomila”. Sul palcoscenico, con adattamento e regia di Alessandra Pizzi, l’interpretazione di Enrico Lo Verso.
Una produzione Ergo Sum e un altro grande evento nell’ambito della rassegna Synergia 48, organizzata dell’associazione culturale Nicola Antonio Manfroce, presieduta da Antonio Gargano e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2022 della Regione Calabria.
Enrico Lo Verso torna cosi in teatro con una rappresentazione che coniuga classicità con attualità, leggerezza con sarcasmo. Insignito del premio Franco Enriquez (2017) e del Premio Delia Cajelli per il teatro (2018), lo spettacolo, da oltre 6 anni in tournèe, non smette di riscuotere successo, di inanellare sold out (e a Palmi non è da meno) e di entusiasmare il pubblico. La critica lo ha definito una seduta di psicanalisi, in cui un istrionico Enrico Lo Verso, uno e solo ma in realtà tutti, attraversa i meandri della conoscenza e mette in discussione tutta la propria vita.
«Il pretesto – si legge nella nota di regia – è un’osservazione banale che viene dall’esterno. I dubbi di un’esistenza si dipanano intorno a un particolare fisico. Le cento maschere della quotidianità lasciano il posto alla ricerca del sé autentico, vero, profondo. L’ironia della scrittura rende la situazione paradossale, grottesca, accentua gli equivoci. La vita si apre come in un gioco di scatole cinesi. Nel fondo è l’essenza: abbandonare i centomila per cercare l’uno, a volte, può significare fare i conti con il nessuno. Ma forse è un prezzo che conviene pagare, pur di assaporare la vita. Nell’atto unico, sale sul palco la forza dirompente dell’Io che cerca lo specchio, non per trovare sicurezze nella proiezione della propria immagine, ma per “romperlo” e dimostrare al mondo che non c’è forma oltre la verità.
Il Vitangelo Moscarda di Lo Verso – conclude la nota di regia – è un eroe contemporaneo, l’uomo “senza tempo”. In lui si condensano la voglia di arrivare in fondo ed assaporare la vita, quella autentica, oltre le imposizioni sociali dei ruoli. La paura di essere soli, fuori dal grido sociale della massa. Ed infine, il piacere unico, impagabile della scoperta del proprio “uno”: autentico, vero, necessario».