Reggio, rivive la storia con Salvatore Moscato e i suoi Appunti su Gallina: le sue chiese e gli arcipreti”
In piazza Municipio, molto partecipato l’incontro promosso dalla fondazione Giuseppe Marino
«Il quartiere di Gallina costituisce un unicum con il monastero di Trapezomata, la fontana borbonica e il carcere mandamentale. Questo luogo ha una storia importante che anche grazie a studiosi come Salvatore Moscato possiamo conoscere e riscoprire». Cosi il consigliere comunale di Reggio Calabria, Demetrio Marino ha porto i saluti iniziali in occasione della partecipata presentazione degli “Appunti su Gallina: le sue chiese e gli arcipreti” (Sveva Edizioni) dell’appassionato di storia del territorio Salvatore Moscato, nella cornice di piazza del Municipio di Gallina.
«Un libro di facile consultazione e un interessante e ricco affresco della vita di comunità che non attiene soltanto alla dimensione religiosa ma anche a quella storica e sociale di questo quartiere», ha sottolineato Antonio Marino, editore del volume e presidente della Fondazione che quest’anno celebra i cento anni della nascita di Giuseppe Marino in memoria del quale è nata.
Un incontro, arricchito dalle letture dell’attrice Caterina Rescigno e dell’attore Santo Dascola, divenuto un racconto a più voci animato da don Pasqualino Catanese, Antonio Morabito, Filippo Arillotta e Giuseppe Moscato.
Appunti di storia e curiosità su Gallina, le Cinque chiese di Gallina (Chiesa della divina provvidenza, Chiesa del baraccone, Chiesa a croce Latina, Chiesa-baracca e l’attuale chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari) e gli arcipreti (Don Tommaso Tripepi, il successore don Carmine Mazzone, Giannantonio Galimi, Antonino Foti e Raimondo Tripepi, Gaetano Battaglia e Fra’ Feliciano Adornato, Francesco Maria Visalli e Antonio Jero, Francesco Mazzacuva e il prete santo Matteo Zema, Don Domenico Borruto Don Francesco Pignataro, Don Paolo Altomonte, Don Angelo Licari, Don Domenico Morabito, attuale parroco di Gallina, e infine alcune supposizioni su Don Luca Lazzarino).
Ecco lo scrigno di aneddoti schiuso al pubblico. «Un lavoro ispirato agli appunti di mio fratello Peppino. La mia speranza è che diventi occasione di condivisione e anche di confronto su una storia che non ho la presunzione di conoscere nella sua completezza. Dunque sono ansioso di ascoltare e di dialogare soprattutto con chi non concorda con il mio punto di vista», ha sottolineato l’autore Salvatore Moscato.
«Il contributo di Salvatore Moscato è prezioso, poiché rivendica e alimenta anche per Gallina, e non solo per Motta Sant’Agata da cui Gallina deriva, uno spazio nella storia e nella letteratura. Tanti gli spunti come quello della filanda di Gallina e della coltura del baco da seta che anche sui pianori di Gallina fioriva, contribuendo all’importanza che la seta di Reggio Calabria possedeva in uno scenario internazionale. Essa, infatti, era riferimento per la Borsa di Londra». È quanto ha messo in luce il professore Filippo Arillotta.
«Salvatore Moscato può essere considerato un autentico interprete della storia di questo territorio. I suoi scritti raccontano anche della figura epica di don Domenico Borruto, un grande pastore e uno straordinario edificatore, emblema di una chiesa quale luogo aggregante e presidio educativo di intere generazioni. Dal 1926 e per nove lustri guidò la comunità con fermezza in un periodo non facile». Così ha ricordato Antonio Morabito.
Il flusso del racconto è proseguito con Giuseppe Moscato. «Nel 1965 l’arciprete titolare di Gallina Don Domenico Borruto, ormai in avanti degli anni, fu affiancato per volere dell’arcivescovo di Reggio monsignor Giovanni Ferro da Don Peppino Plutino. Il parroco fu molto apprezzato dalla comunità che restò molto delusa quando dopo due anni, nel 1967, monsignor Ferro nominò invece Francesco Pignataro come nuovo arciprete di Gallina. Rimase delusa al punto da non accogliere bene il successore e disertare le sue funzioni religiose. Una sorta di ‘68 a Gallina, visto il clima di forte contestazione in quel frangente in Italia».
«Questa comunità ha dato molto alla chiesa Reggina. Tre furono i vescovi, Giovan Battista Moscato, Demetrio Moscato e Antonio Mauro, ma tanti anche i sacerdoti richiamati nel libro che diedero un forte apporto alla coesione della comunità dell’epoca». Lo ha sottolineato il decano della chiesa Reggina, monsignor Antonino De Nisi.
Persone e luoghi con i richiami anche alla storiche chiese di Gallina come la chiesa-baracca, al centro dell’intervento di don Pasqualino Catanese, vicario generale della arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova.
«Era stato proprio Papa Pio XI a inviare a Reggio il suo delegato monsignor Emilio Cottafavi per sostenere i sopravvissuti al terremoto del 1908. Il conforto fu portato anche attraverso la costruzione di edifici religiosi come alcune chiese baracche costruite in lamiera (opera della ditta inglese Mac Mhanus). La Chiesa – Baracca di Gallina venne inaugurata nel 1909 e realizzata nell’area dove oggi sta sorgendo una nuova struttura parrocchiale dedicata a monsignor Demetrio Moscato. Lo ricordo come un luogo di grande partecipazione e cuore pulsante di tutta la comunità dove oggi si registra una sorta di rilancio vocazionale».
L’incontro si è concluso con le parole dell’attuale parroco don Domenico Morabito. «Ringrazio profondamente Salvatore Moscato e la fondazione Giuseppe Marino per questo momento culturale di cui come popolo abbiamo bisogno. Si tratta della nostra storia, di vicende che abbiamo contribuito a scrivere. Tasselli di memoria da ricomporre, narrare e custodire per camminare e crescere insieme, continuando a costruire. La forza risiede nel dialogo con la Chiesa e anche con l’amministrazione comunale e con la scuola. È un percorso comune fatto di ascolto e confronto, lungo la via dello stare insieme».