A Corigliano Rossano, il sindaco Flavio Stasi sembra aver preso alla lettera il detto “la verità fa male”, ma non nel modo giusto.
La recente decisione di allontanare il segretario comunale Paolo Lo Moro dal ruolo di responsabile dell’anticorruzione non è stata una scelta di trasparenza, ma un tentativo goffo di mascherare la vera situazione.
La conferma dell’incompatibilità del segretario comunale Paolo Lo Moro nella veste di responsabile dell’anticorruzione e trasparenza non è solo un peccato di omissione, ma una macchia indelebile sulla gestione dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Flavio Stasi.
Ecco l’ultimo atto di un dramma che si consuma nel silenzio assordante delle istituzioni locali.
Il Coordinamento Cittadino di Fratelli d’Italia (FdI), guidato da Giuseppe Villella, non è rimasto in silenzio di fronte a questa evidente anomalia.
La rimozione di Lo Moro e la sua sostituzione con Luigi Greco, attuale comandante della polizia municipale, non sono affatto una mossa di trasparenza, ma il tentativo disperato di nascondere sotto il tappeto le polveri della corruzione e delle malefatte amministrative.
Appare poi preoccupante la discrepanza temporale: la nota dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) che segnalava l’incompatibilità di Lo Moro è datata 8 agosto 2024, ma l’amministrazione comunale ha proceduto alla revoca dell’incarico solo il 5 settembre.
Questo ritardo solleva una serie di interrogativi su cosa si cela dietro a questa attesa: è stata una manovra per offuscare operazioni poco trasparenti o vi sono altre ragioni in gioco?
La denuncia di FdI non è solo una questione di presunti conflitti di interesse, ma di un’intera amministrazione che sembra voler occultare le magagne e le negligenze. Lo Moro, accusato di falsità materiale in relazione a un concorso per l’assunzione di vigili urbani, è in attesa di giudizio presso il tribunale di Castrovillari.
La sua permanenza nella funzione di responsabile dell’anticorruzione era una palese contraddizione, una figura che, piuttosto che garantire la legalità, sembrava abbracciare l’opacità. FdI non si ferma alla mera denuncia.
In queste ore, il coordinamento si è rivolto direttamente al nuovo responsabile dell’anticorruzione, Luigi Greco, nella sua duplice veste di ufficiale di polizia giudiziaria e principale custode della trasparenza.
L’obiettivo è chiaro: accertare se Lo Moro abbia compiuto atti incompatibili con la sua funzione e analizzare la progettazione di bandi pubblici e concorsi, con un occhio particolare ai requisiti che spesso celano insidie di corruzione e favoritismi.
Le ombre che si addensano su questa vicenda non sono da sottovalutare. Le ipotesi di reato, che vanno dal falso all’omissione di atti d’ufficio, non sono mere speculazioni. Esse rappresentano il cuore marcio di un sistema che, invece di garantire legalità e trasparenza, sembra alimentare il sospetto e la corruzione.
FdI chiede a gran voce una revisione approfondita e rigorosa di tutte le pratiche gestite da Lo Moro e un’azione decisa da parte dell’amministrazione comunale per ripristinare la fiducia dei cittadini.
Non è solo una questione di giustizia, ma di dignità e rispetto verso una comunità che merita un governo trasparente e onesto. Il sindaco Flavio Stasi e la sua amministrazione devono rendere conto dei loro atti e delle loro scelte.
Non è accettabile che un’amministrazione pubblica si permetta di nascondere sotto il tappeto le proprie nefandezze, mentre i cittadini, a cui dovrebbero rendere conto, restano in balia di un sistema corrotto e opaco.
Il messaggio è chiaro: la battaglia per la trasparenza è appena cominciata e FdI non si fermerà finché non saranno svelati tutti i retroscena di questa inquietante vicenda.
Corigliano Rossano merita risposte e azioni concrete, non finzioni e insabbiamenti. È il momento di fare chiarezza e di restituire alla città la dignità che le spetta.