Sambatello: il circolo legambiente “città dello stretto” è solidale con il presidio degli abitanti della vallata del gallico
La scelta di Sambatello è ancora più infelice perché arriva alla vigilia dell’annunciata apertura del cantiere, ad un anno circa dall’aggiudicazione della gara d’appalto di oltre 40 milioni di euro, per gli interventi che dovrebbero rivoluzionare il vecchio impianto, trasformandolo in un nuovo impianto ad alta tecnologia per il “riciclaggio-spinto”.
Questo ci condurrebbe alla quasi autosufficienza della lavorazione della frazione organica (il 40% del totale dei rifiuti), le cui competenze di esecuzione e gestione sono di recente passate dalla Regione alla Città Metropolitana.
Dovrebbe essere finalmente uno degli impianti di servizio essenziali da concepire a valle della raccolta differenziata e che erano, insieme a una rete di centri di raccolta distribuiti sul territorio, i punti fondamentali oggetto delle nostre richieste e da cui necessariamente partire nella azione di programmazione e di investimento di competenza di Regione, Città Metropolitana e Comune, con il contributo disponibile anche di fondi europei.
La scelta di Sambatello non è credibile perché sostanzialmente ci si limita a “nascondere la polvere sotto il tappeto”, o, meglio, “la mondezza dentro le balle” e si offre una soluzione provvisoria che rischia di protrarsi nel tempo (l’emergenza in Campania e il problematico smaltimento delle ecoballe trascinatosi per decenni, dovrebbe insegnare).
Per quanto riguarda più in generale il futuro, che urge diventi presente al più presto, bisogna puntare, dunque come avviene in altre regioni , sugli impianti di gestione della frazione organica, sulla realizzazione di stazioni di trasferenza o centri intercomunali di raccolta, utili per migliorare la logistica dei rifiuti riciclabili, e sugli impianti di trasformazione per il recupero di nuovi materiali dai rifiuti differenziati, che oltre a chiudere il ciclo dei rifiuti, creerebbero molti posti di lavoro, evitando, inoltre, di alimentare ulteriormente il trasporto su gomma dei rifiuti in tutta Italia, un settore da sempre a rischio sotto il punto di vista criminale.
Non ultimo, un sistema di premialità fiscale per incentivare i cittadini a differenziare bene e a produrre pochi rifiuti indifferenziati (con sconti sulla tassa/tariffa/tari pagata dalle utenze domestiche o produttive).
Questo aiuterebbe anche il Comune sul fronte della lotta all’evasione della tassa sui rifiuti: se fosse vero il dato che si è passati dal 36% di utenze Tari al 58%, non si riesce a comprendere come possa essere così difficile, in epoca di banche dati e controlli incrociati, l’individuazione dei cittadini inadempienti con evidente beneficio non solo per le casse comunali, ma anche per eliminare la pratica incivile ed illegale di chi abbandona i rifiuti per strada, nei cestini per i rifiuti pubblici o negli altrui mastelli.
Pur senza entrare per correttezza nelle vicende oggetto d’inchiesta giudiziaria, apprese parzialmente dai media, poniamo ora un altro interrogativo, per non doverlo porre a cose fatte: come pensa l’Amministrazione Comunale di rapportarsi con una AVR in amministrazione giudiziaria? Sarà la Castore SPL a garantire il servizio? Ma da quando? E con quali risorse professionali, con quale esperienza, con quale autonomia, con quale piano industriale?