Gli “ospedali di frontiera” di Praia a Mare e Trebisacce: una storia di promesse e attese
A Praia posti letto scomparsi e reparti ridimensionati, con promesse mai mantenute; a Trebisacce si attende la conclusione dei lavori di adeguamento dei locali dell'ex blocco operatorio
Gli ospedali di Praia a Mare e Trebisacce rappresentano un caso emblematico di stallo burocratico nel sistema sanitario calabrese. Nonostante le poderose sentenze che ne ordinano la riapertura, questi due presidi ospedalieri rimangono sostanzialmente sulla carta, in attesa di decisioni definitive nei ministeri e dell’approvazione di un piano di riorganizzazione attualmente sotto controllo ministeriale.
La storia di questi ospedali inizia nel lontano 2010, quando venne presa la decisione di riconvertirli in case della salute, riducendoli a semplici ambulatori. Questa scelta ha privato due vasti territori – Praia a Mare sul Tirreno e Trebisacce nell’Alto Jonio – dei loro punti di riferimento sanitari, costringendo i cittadini a cercare assistenza a chilometri di distanza. I posti letto sono scomparsi come per magia, mentre i reparti venivano silenziosamente ridimensionati a partire dal 2008.
Ciò che resta oggi è un grumo di servizi tenacemente mantenuto in vita dal personale rimasto. I cittadini, tuttavia, non si accontentano: chiedono ospedali con pronto soccorso, non “Case della salute” o “Ospedali di zona disagiata” con annessi “Punti di primo intervento”. Le sentenze emesse a partire dal 2014 hanno dato ragione a queste richieste, ordinando il ripristino dei servizi entro 120 giorni. Il presidente della regione Calabria e commissario della sanità regionale, Roberto Occhiuto, in un video del 23 aprile 2022, ha dichiarato: “L’ospedale di Praia, per quanto mi riguarda, è già aperto. L’abbiamo aperto durante il Covid. Nel piano operativo che presenteremo al Ministero dell’Economia e al Ministero della Salute è scritto che l’ospedale di Praia fa parte della rete ospedaliera oltre ad avere i posti letto ordinati dalla sentenza, avrà posti letto di ortopedia perché vorrei che fosse un centro capace di occuparsi anche di traumatologia, essendo in un’area dove queste discipline possono essere importanti.” Per quanto riguarda Trebisacce, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza ha recentemente comunicato una rettifica dell’importo destinato ai lavori di adeguamento dei locali dell’ex blocco operatorio del Presidio Ospedaliero “Guido Chidichimo”. La cifra è stata corretta da € 2.936.448,26 a € 2.747.789,18, stornando € 188.659,08 per spese già sostenute. Questi lavori sono fondamentali per la riapertura e la piena funzionalità del presidio, in ottemperanza alle sentenze del Consiglio di Stato. Il Direttore Generale dell’ASP di Cosenza, Dott. Antonio Graziano, ha dichiarato: “Con questo provvedimento continuiamo il nostro impegno nel rispettare quanto disposto dalle sentenze del Consiglio di Stato e nel garantire ai cittadini un presidio sanitario efficiente che garantisca un livello accettabile essenziale di assistenza.” Nonostante le promesse e gli sforzi dichiarati, il destino effettivo di questi due ex presidi ospedalieri rimane incerto. La popolazione attende con ansia il ripristino di servizi sanitari essenziali, mentre la burocrazia continua a rallentare il processo di riapertura. La domanda che sorge spontanea è: quale sarà il vero futuro degli “ospedali di frontiera” di Praia a Mare e Trebisacce?
Nicoletta Toselli