Una gestione fallimentare che pesa sulle famiglie: il commissario liquidatore e il silenzio istituzionale
di Nicoletta Toselli
Scalea, 29 novembre 2024 – La vicenda che coinvolge i pensionati ex-dipendenti dei consorzi di bonifica calabresi, aggravata dall’inerzia del commissario liquidatore nominato con il Decreto del Presidente della Regione n. 5 del 23 gennaio 2024, è una pagina oscura nella gestione amministrativa della Calabria. Il decreto, firmato dal Presidente della Regione Roberto Occhiuto, stabiliva tempi e modalità precise per la liquidazione degli undici consorzi soppressi, compresi i passaggi fondamentali per individuare i debiti e i crediti, approvare un piano di liquidazione e garantire la conclusione delle procedure entro 360 giorni. Tuttavia, a quasi un anno dalla nomina dei commissari, gli obiettivi non sono stati nemmeno sfiorati. Le comunicazioni ufficiali da parte di lavoratori e sindacati, inviate tramite PEC, non ricevono riscontro. Questo comportamento non è solo indice di grave negligenza, ma rappresenta una mancanza di rispetto verso centinaia di famiglie che vivono situazioni economiche disperate. Antonio (nome di fantasia), pensionato che dopo 43 anni di lavoro si è visto negare i 52.000 euro di TFR, è solo una delle tante voci che testimoniano il dramma in corso. (https://www.calabriareportage.it/gravi-disagi-economici-per-i-forestali-pensionati-in-calabria-ritardi-nei-pagamenti-del-tfr-e-famiglie-in-difficolta/?fbclid=IwY2xjawG2wz9leHRuA2FlbQIxMQABHdxpfS34RS9lEfH-6YsfRW0JwzjHN05hHuUFP78UJQewxTmWpxWRG9NeTA_aem_XSR1nepJAyeToTCIfIMlDQ).
Per molti, la vendita di beni personali non è una scelta, ma l’unica via per sopravvivere. L’articolo 36 della legge regionale n. 39/2023 delinea con precisione le mansioni del commissario liquidatore, tra cui la ricognizione dello stato patrimoniale e la trasmissione di un piano di liquidazione entro termini perentori. Nessuna di queste attività risulta essere stata portata a compimento. Questo ritardo non è solo un fallimento amministrativo, ma un disastro umano che colpisce chi, dopo una vita di lavoro, si trova costretto a fare i conti con promesse disattese e diritti negati. Nonostante le gravi inadempienze, la Giunta Regionale sembra non voler intervenire con decisione.
L’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo ha giustificato l’immobilismo citando le difficoltà finanziarie di Calabria Verde, senza proporre soluzioni concrete. E il Presidente Occhiuto, pur avendo firmato il decreto che sanciva obblighi precisi, non ha preso misure contro chi, di fatto, sta ignorando il proprio mandato. La richiesta di un intervento diretto da parte del Presidente della Regione è ormai inevitabile. È necessario revocare l’incarico ai commissari liquidatori incapaci e avviare immediatamente un piano straordinario per sbloccare le somme dovute ai lavoratori.
Le famiglie calabresi non possono più aspettare che la politica trovi un equilibrio tra promesse elettorali e realtà. L’indifferenza istituzionale, unita alla mala gestione amministrativa, mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni calabresi.
Questa vicenda non è solo un problema tecnico-burocratico, ma una questione di dignità e giustizia sociale. La Regione Calabria deve assumersi le proprie responsabilità e garantire il diritto dei pensionati a una vita dignitosa. Non servono promesse, ma azioni immediate e concrete.
Altrimenti, questa tragedia umana sarà ricordata come l’ennesima dimostrazione del fallimento gestionale e politico di un territorio che merita di più.