Anastasi (Iric) incontra la ministra Azzolina
“Ho avuto modo di confrontarmi a tu per tu con la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina facendomi portavoce di alcune delle principali istanze provenienti dal mondo della scuola calabrese”. È quanto dichiara il consigliere regionale di “Io resto in Calabria” Marcello Anastasi dopo aver incontrato la ministra Azzolina a margine delle iniziative istituzionali tenutesi nella giornata di ieri in Calabria.
“Ho posto in primo piano la questione delle assegnazioni provvisorie – prosegue Anastasi – ribadendo la necessità di impedire un massiccio spostamento di professionisti del Sud dai luoghi di residenza verso zone particolarmente colpite dal covid e viceversa. Sul punto, la ministra si è impegnata a sollecitare gli Uffici scolastici regionali affinché velocizzino le operazioni e soddisfino le richieste di assegnazione provvisoria entro il primo settembre, in modo da evitare un esodo di migliaia di docenti del Sud che, altrimenti, sarebbero costretti ad andare fuori regione per poi magari dover rientrare dopo un brevissimo lasso di tempo”.
“Nell’incontro con la ministra – aggiunge il consigliere regionale di Iric – ho ribadito le mie perplessità sull’inizio delle attività didattiche il primo settembre, spiegando che in Calabria ci sono molte cattedre vuote e che, oltre ai docenti, manca anche il personale Ata. Ho fatto presente, inoltre, che molte strutture scolastiche non sono adeguate alle misure anti covid e spesso mancano ancora le condizioni minime per poter partire in sicurezza. Considerando anche che in mezzo potrebbero tenersi le elezioni amministrative, ho dunque ribadito la mia proposta di posticipare l’inizio dell’anno scolastico al primo ottobre; un’eventualità per la quale dovrebbe attivarsi subito la Regione Calabria che consentirebbe così anche di allungare la ‘stagione’ dando un sollievo economico al settore turistico-alberghiero”.
“Infine – conclude Anastasi – ho parlato alla ministra Azzolina anche della questione dei dirigenti scolastici. In Calabria, infatti, ci sono oltre 50 sedi ‘a reggenza’ e basterebbe accorparle, prevedendo l’aliquota indicata dal concorso nazionale e non da quello regionale, per avere la disponibilità di tali posti di dirigenza da assegnare ai dirigenti che vogliono rientrare nella loro terra d’origine”.