Un’operazione congiunta della Guardia di Finanza e dell’ICQRF ha portato al sequestro di quasi 180 quintali di olio d’oliva venduto come extravergine ma risultato essere di qualità inferiore, addirittura lampante. L’olio, destinato al consumo umano, è stato sequestrato presso aziende in Calabria e Puglia. Le indagini sono ancora in corso.
NOTA INTEGRALE
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro
Comunicato stampa ufficiale
Catanzaro, 27 dicembre 2024 – Nel corso di una attività di Polizia Economico Finanziaria finalizzata alla tutela del made in Italy
e della sicurezza prodotti, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro,
unitamente al Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani e all’Ispettorato Centrale della
tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro alimentari (ICQRF) del Ministero
dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e delle Foreste, hanno eseguito un sequestro di olio di
oliva per quasi 180 quintali, detenuti, per la commercializzazione, nella qualità di “olio
extravergine di oliva BIO”, ma, a seguito di analisi chimica e organolettica risultato di categoria
inferiore.
In particolare, i Finanzieri ed i funzionari dell’ICQRF, avevano intrapreso attività ispettive presso
le sedi di due aziende, nelle province di Catanzaro e Barletta Andria Trani, eseguendo un
riscontro quantitativo del prodotto detenuto e un campionamento dello stesso, al fine di
determinarne la qualità in ragione di quanto riportato sull’apposito registro telematico
implementato dalle stesse aziende.
L’olio rinvenuto presso il produttore catanzarese, facente parte di una ingente quantità destinata
all’azienda pugliese e già in parte a questa consegnata, era stato catalogato quale olio extra
vergine BIO, mediante la compilazione del registro telematico SIAN, obbligatorio per le aziende
del settore.
L’intervento della Guardia di Finanza e dell’articolazione del Ministero dell’Agricoltura,
specializzato nella repressione delle Frodi agroalimentari e le successive attività tecniche di
accertamento, hanno consentito di appurare come il prodotto non rispondesse affatto alle
caratteristiche chimiche ed organolettiche previste per tale qualità, ma di fatto risultasse olio
vergine e lampante, quest’ultimo non edibile e caratterizzato da un eccessivo grado di acidità,
potenzialmente pericoloso per la salute dei consumatori.
In ragione degli elementi emersi, le Fiamme Gialle hanno segnalato alla Procura della
Repubblica di Catanzaro il titolare della ditta individuale per i reati di frode nell’esercizio del
commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, sequestrando
d’iniziativa 3 cisterne contenenti complessivi 17.900 kg di olio, di cui 4.500 olio lampante, pari
ad un valore di oltre 200.000 euro.
Si evidenzia che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone
sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove
intervenga sentenza irrevocabile di condanna e che, allo stato, il procedimento si trova ancora
nella fase delle indagini preliminari.