La Gdf di Vibo Valentia esegue sequestro preventivo nei confronti di un amministratore di sostegno per 70mila euro
In data 27 gennaio 2025 finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia hanno
dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente emesso dal Gip del
locale Tribunale.
Il provvedimento riguarda il sequestro preventivo di beni per un ammontare pari a circa 70.000
€ nei confronti di un soggetto responsabile del reato di peculato per essersi appropriato, in qualità di
amministratore di sostegno nominato dal Tribunale di Vibo Valentia, di somme di denaro di pari importo,
appartenenti al proprio “amministrato”, il quale a causa delle proprie condizioni di salute si trovava
nell’impossibilità di provvedere ai propri interessi.
Le investigazioni svolte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria – Aliquota Guardia di Finanza con il supporto di
militari del Nucleo P.E.F., coordinate e dirette dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vibo
Valentia, Camillo Falvo e dal sostituto titolare delle indagini, hanno permesso di appurare come l’indagato,
nell’arco di tempo tra il 2015 e il 2024, avesse effettuato spese eccedenti rispetto alle reali esigenze del
beneficiario, senza peraltro fornire la relativa documentazione giustificativa al Giudice Tutelare, che si trovava
quindi impossibilitato a vigilare correttamente sull’operato dello stesso.
L’attività di servizio svolta, testimonia la costante ed efficace azione di prevenzione e repressione dei fenomeni
illeciti a tutela delle fasce più deboli al fine di monitorare la correttezza nell’adempimento degli obblighi degli
amministratori di sostegno e salvaguardare quanti si trovino, a causa di precarie condizioni di salute, ad aver
necessità di tali figure.
In questa direzione la Procura di Vibo Valentia, anche su input del Tribunale e con l’ausilio della Guardia di Finanza, da tempo si occupa, di segnalare il ricorrere di anomalie nell’ambito delle procedure tutelari.
Preme sottolineare che i provvedimenti adottati in fase investigativa e/o dibattimentale non implicano alcuna
responsabilità dei soggetti sottoposti ad indagini ovvero imputati e che le informazioni sul procedimento penale
in corso sono fornite in modo da chiarire la fase in cui il procedimento pende e da assicurare, in ogni caso, il
diritto della persona sottoposta ad indagini e dell’imputato a non essere indicati come colpevoli fino a quando la
colpevolezza non è stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili.