Reggio Calabria

Reggio Calabria: presentata la proposta di legge per istituzione fondo di solidarietà alle donne vittime di violenza

polizia di stato

E’ stata presentata presso la Questura di Reggio Calabria una proposta di legge regionale volta a costituire un fondo di solidarietà ed urgenza per le donne vittime di violenza di genere e violenza domestica, ma anche dei prossimi congiunti conviventi, con particolare attenzione ai figli minori e disabili.

La proposta di legge è stata promossa dal Comitato sorto per Maria Antonietta Rositani, la donna bruciata viva dall’ex marito Ciro Russo e sopravvissuta alle fiamme. La signora, che da oltre 450 giorni è ricoverata in ospedale, ha ispirato il testo di legge, che partendo dalla singola storia ha voluto abbracciare simbolicamente tutte le donne che vivono la stessa difficile condizione.

L’iniziativa pubblica è stata fortemente sostenuta dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, dal Tribunale per i Minorenni, dal Coordinamento delle Camere Minorili della Calabria, dalle Forze di Polizia e numerose altre realtà associative che sono state accanto alla donna.

I ritardi nell’acquisire le risorse finanziarie adeguate per la presa in carico delle donne vittime di violenza, derivanti da vincoli di bilancio e da complessi iter amministrativi cui sono vincolate le Amministrazioni, ma ancora di più l’ascolto delle storie tossiche di molte donne ha dichiarato l’Avvocato Lucia Lipari hanno spinto l’acceleratore sulla stesura del testo e sull’appello trasversale rivolto alla Regione Calabria.

In attesa di una legge quadro in materia, sarebbe fondamentale che l’Ente regionale facesse propria la proposta legislativa e provvedesse così a finanziare la costituzione di un Fondo regionale per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne e il loro nucleo familiare, la cui azione non sia orientata solo alla singolarità, quindi alla donna colpita, ma che si rivolga anche alla primaria cellula della società: la famiglia.

Tra le misure del fondo si evidenziano: la copertura delle spese necessarie alla fuoriuscita dall’originario nucleo familiare per un anno della donna e dei propri figli; l’uso delle somme per interventi chirurgici o cure mediche necessarie e che non sono coperte dal servizio sanitario nazionale ha continuato l’avvocato che ha presentato la proposta la stipula di convenzioni con le strutture ricettive per ridurre i costi di permanenza e agevolare il soggiorno dei prossimi congiunti della vittima che le prestano assistenza nel periodo di degenza.

Il pagamento delle opportune spese di viaggio; interventi a tutela dei figli delle donne vittime di violenza di genere, se minori, per il completamento del percorso scolastico e formativo; incentivi fiscali per le aziende che assumono una donna vittima di violenza, andando ad integrare quanto previsto dalla normativa vigente; protocolli di intesa ed operativi tra gli Enti pubblici ed i soggetti privati.

Il Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, nel corso della conferenza stampa di lancio ha rimarcato come:

<<quest’iniziativa legislativa che parte dall’area sociale sia davvero importante, perché le donne vittime di violenza avviano un percorso veramente complesso attraverso la denuncia, che non si esaurisce tutto in quell’attimo, ma prosegue per un lungo periodo e ciò comporta la necessità concreta che queste donne siano sostenute psicologicamente, legalmente, ma anche finanziariamente e la Regione non può non farsi carico di queste istanze>>.

La previsione nel corpo della proposta di legge è anche quella di consolidare ed estendere la rete territoriale ed istituzionale dei soggetti e dei servizi operanti nel territorio, centri antiviolenza, case rifugio, singole realtà, attraverso la stipula di accordi e la condivisione di informazioni e buone pratiche.

E’ fondamentale coinvolgere attori diversificati, che operano nell’ambito della sicurezza, della giustizia, della sanità, dell’istruzione, dell’accoglienza alle donne, del volontariato qualificato, nella consapevolezza che il fenomeno della violenza, per la sua complessità, richieda una pluralità di interventi coordinati e condivisi, in chiave sistemica e preventiva quando sia possibile.

E’ chiaro che la proposta di legge si inserisce in un contesto normativo internazionale, nazionale e regionale, che è andato sempre più a configurare la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali e che ha trovato espresso riconoscimento nella “Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica” adottata a Istanbul VII maggio 2011 e ratificata dall’Italia con Legge del 27giugno 2013, n. 77.

Presa la parola il Questore di Reggio Calabria, Maurizio Vallone, ha considerato i numeri delle denunce, degli ammonimenti, l’assenza di recidive, l’attivazione del Protocollo L.I.A.N.A., affermando che:

<<occorre un lavoro sinergico per diminuire reati come la violenza di genere, la violenza domestica, lo stalking, registriamo molti casi di intervento e dobbiamo operare a livello preventivo e legislativo, il codice rosso è un passo in avanti, ma non possiamo pensare che le vittime denuncino e poi vengano abbandonate a loro stesse, occorre un sistema di assistenza efficace>>.

Il Giudice Patrizia Surace, che ha presenziato all’iniziativa per il Tribunale per i Minorenni, ha battuto infine sull’importanza che il fondo dedicato alle vittime di violenza sia subito operativo, non ingessato dai tempi e dai criteri della burocrazia, la cui elargizione non venga subordinato alle pronunce processuali, uno strumento a “tutela stringente” che operi su due livelli: quello emergenziale, dell’immediato traumatico, che garantisca interventi veloci ed efficaci per la messa in sicurezza delle vittime; quello programmatico di sistematizzazione della quotidianità del nucleo familiare coinvolto, che offra soluzioni logistiche, economiche e lavorative mediante le quali si agevoli il recupero dell’autonomia esistenziale della vittima e dei minori coinvolti.

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