Saccomanno (Lega), Delmastro non si deve dimettere per non agevolare il giustizialismo creato da una certa magistratura per cercare di scardinare il Governo
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La richiesta ripetuta della sinistra di dimissioni di Delmastro appare inconsistente ed inaccettabile! Sotto un primo aspetto, non può non ribadirsi che nella nostra Costituzione vi è una presunzione di innocenza sino al terzo grado e cioè sino a quando non vi è una sentenza passata in giudicato. Quindi, nessuna ragione giuridica per accogliere la scriteriata richiesta delle opposizioni. Sotto un secondo aspetto, non pare che dinanzi ad incaute sentenze di una magistratura non più credibile si possa chiedere ad un soggetto, che, molto probabilmente, sarà assolto in appello, di fare un passo indietro, mettendo in discussione un lungo e sano percorso di vita. Sotto un terzo aspetto, non sembra che ci possa esistere quella necessaria opportunità per portare alle dimissioni, in quanto trattasi di vicenda “strana” e dai “contorni” grigi e non oggettivamente ricostruita. Se la Procura della Repubblica, che ha aperto un fascicolo, alla fine dell’istruttoria, anche dibattimentale, ha chiesto l’archiviazione, non si comprende come possa, poi, un Tribunale emettere una condanna! Si può ben dire che ha ricostruito diversamente gli accadimenti e che ha ravvisato dei profili di responsabilità non individuati dall’accusa. Sì, è possibile, ma in questa situazione appare indispensabile che il giudicante costruisca una motivazione forte e che enunci le effettive ragioni della sua determinazione. Un ragionamento che non potrà avere deviazioni e che, invece, dovrà essere lineare, corretto, adeguato e credibile. Solo in questa ipotesi si potrà eliminare la presunzione di una possibile sentenza politica e non giuridica. Ecco, pertanto, la necessità di attendere il cuore della decisione che potrà dimostrare il vero intento del Tribunale e la credibilità o meno di questo. Certo è, che in Italia bisogna aprire un nuovo percorso che lasci da parte l’ideologia partitica e che consenta alla magistratura di applicare correttamente le leggi ed al governo di poter adeguatamente legiferare per aver ottenuto il consenso elettorale. Una diversa visione verrebbe a sconvolgere il sistema democratico ed a violare, come accade spesso, la nostra costituzione. È necessario, pertanto, che ognuno rientri nei propri ranghi e limiti e non crei continue invasioni di campo. E su questo dovrebbe intervenire il nostro Presidente della Repubblica che, però, sino ad oggi è rimasto silente.
Giacomo Francesco Saccomanno, avvocato – già Commissario Regionale Lega e Sindaco di Rosarno – Presidente del Centro Studi Giuridici “Giustizia&Giusta”..