A Palazzo San Giorgio la delegazione georgiana di Xenia Book Fair
Falcomatà: «Rinsaldare il forte legame che unisce i nostri due popoli»
Nella Sala dei Lampadari “Italo Falcomatà” di palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha accolto la delegazione georgiana composta da Irakli Chavleishvili, vicepresidente della Commissione Istruzione, Cultura e Sport Regione Adjara, Tea Tchanturischvili, responsabile degli Affari Internazionali del Ministero dell’Istruzione, Cultura e Sport Regione Adjara e i poeti Dali Tedoradze e Saba Okujava, accompagnati da Domenico Polito e dal team della Casa editrice Leonida Edizioni, presente sul territorio reggino da vent’anni.
Nel corso dell’incontro, il sindaco metropolitano ha spiegato: «Siamo qui per rinsaldare il forte legame che da anni unisce i nostri due popoli anche per via della comunità presente a Reggio.
Vi ringrazio per la presenza ha affermato parlando di fronte alla delegazione internazionale noi rimaniamo aperti a nuove e ulteriori forme di collaborazione e sono certo che, soprattutto sotto il profilo culturale, saranno diverse le occasioni di confronto».
Durante l’incontro con la delegazione, il sindaco ha omaggiato i rappresentanti georgiani con i libri dedicati alla storia dei Bronzi di Riace, tra i simboli identitari caratteristici del territorio reggino e metropolitano.
Lo scambio si colloca nell’ambito della nona edizione dello Xenia Book Fair, rassegna letteraria internazionale che si è aperta al Circolo del Tennis “Rocco Polimeni”.
Nel corso della serata di apertura il sindaco Falcomatà ha rinnovato i complimenti all’editore Polito per l’attività di promozione della cultura dell’accoglienza nel territorio attraverso la valorizzazione di artisti e personalità del mondo della cultura.
«Il festival promosso da Leonida è la reinterpretazione di quello che rappresenta il nostro territorio ha evidenziato Falcomatà Reggio è una città accogliente e generosa, soprattutto è una città che fa della diversità fonte di ricchezza perché noi stessi siamo il frutto di una contaminazione di etnie, di usi e di costumi che, nel corso dei secoli, ci hanno resi ciò che siamo oggi.
Il festival interpreta in chiave di prospettiva rivolta al futuro le nostre radici, le tradizioni e l’identità. Per questo motivo, come Amministrazione comunale e di Città metropolitana, sproniamo Leonida Edizioni ad andare avanti.
Dopo nove anni, già dopo la prossima edizione ci saranno tutte le condizioni per storicizzare un evento che è un vanto per la città».