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“La nostra ambizione è quella di trasformare Reggio Calabria da una città sul mare ad una città di mare. Lo diciamo da tempo. Il nostro obiettivo è quello di ricostruire quel rapporto tra la città ed il mare, che per lungo tempo le era stato rubato.
Naturalmente per farlo serve tempo, serve tempo per programmare, progettare, reperire i finanziamenti, iniziare e avviare e concludere i lavori.
Il tempo per un’amministrazione, per la politica in generale non si misura in ore, in minuti o in giorni o in anni, il tempo per la politica si misura in trasformazioni. Le città cambiano, si evolvono, si trasformano e per farlo serve anche una linea di continuità”.
Con queste parole il sindaco di Reggio Calabria ha salutato la cerimonia di avvio del cantiere del Centro delle Culture del Mediterraneo, il Museo del Mare progettato dall’archistar Zaha Hadid per il quale l’Amministrazione comunale ha posto oggi la prima pietra.
“Abbiamo voluto dare solennità a questa giornata ha poi spiegato il sindaco chiamando a raccolta tutte le forze sane della città, perché questo è un cantiere che cambierà il volto del nostro territorio, che vedremo svilupparsi nelle prossime settimane e che crescerà giorno dopo giorno, raccontandoci anche l’idea di città che da dieci anni stiamo portando avanti”.
Nella parte iniziale del suo intervento il sindaco ha ringraziato tutti gli intervenuti esprimendo un sentimento di vicinanza nei confronti della famiglia Occhiuto. “Un abbraccio dalla Città di Reggio Calabria alla famiglia Occhiuto, per questo dramma che stanno vivendo.
Ci stringiamo attorno al Senatore Mario Occhiuto, al Presidente Roberto, a tutti i familiari. Sentiamo il loro dolore come nostro”.
Entrando poi sul tema del Museo del Mare il primo Cittadino ha ricordato come “il progetto è stato ideato nella sua progettazione nel 2007 dall’amministrazione guidata da Giuseppe Scopelliti e dai suoi collaboratori.
Nel 2014, quando noi ci siamo insediati, strumentalmente qualcuno aveva detto che noi avevamo definanziato questo progetto.
Evidentemente chi lo ha solo potuto pensare non conosce il nostro modo di fare politica, ma soprattutto ha una visione della politica che è lontana anni luce da quello che dovrebbe essere il suo significato letterale, cioè operare per la polis, operare per la città, operare per la crescita di un territorio.
Quello che ha fatto la nostra amministrazione è stato metterlo in sicurezza, questo progetto, visto che era finanziato su una linea di finanziamento come il Decreto Reggio, molto incerta per i contenziosi che c’erano intorno.
Quello che abbiamo fatto noi è stato inserirlo tra i quattordici progetti bandiera, gli attrattori culturali individuati dal Ministero della Cultura, allora guidato dal Ministro Franceschini che ringrazio. E poi raddoppiare il finanziamento attraverso un’accurata attività di programmazione del Pn Metro Plus”.
Il sindaco ha poi ringraziato tutti coloro che hanno lavorato negli anni all’iter per il finanziamento del progetto e per l’avvio del cantiere.
“Oltre l’Assessore Carmelo Romeo che è intervenuto oggi, voglio ricordare l’impegno dell’allora assessore Giovanni Muraca e dell’assessore Giuseppe Marino, che per la parte dei lavori pubblici e dei fondi comunitari hanno avviato l’iter di ripresa del progetto e di individuazione dei fondi.
Ed ancora il consigliere Giordano, l’assessore Costantino, ma anche una parte tecnica che fin dal periodo in cui era dirigente l’architetto Beatino con tutta la sua squadra, insieme all’architetto Melchini, il RUP e il nostro dirigente Francesco Barreca, l’attuale dirigente Bruno Doldo, hanno lavorato affinché si arrivasse a questo giorno”.
“Un ulteriore spunto, nell’intervento del primo Cittadino, ha riguardato l’imminente scadenza della finale della candidatura di Reggio Calabria a Capitale italiana della Cultura.
“Quest’opera ha affermato il sindaco è uno dei principali elementi sui quali si è organizzata, la realizzazione del dossier per le iniziative che vorremmo ospitare nel 2027. Il nostro auspicio è che la nostra città possa ospitare anche all’interno di questo museo alcune delle attività previste dal dossier.
Perché è attraverso la storia che si scrive il futuro e noi vediamo questo progetto simbolico per tutto ciò che rappresenta e per tutto ciò che la nostra città vuole rappresentare.
Noi ci candidiamo a essere Capitale della cultura non soltanto guardando alla nostra trimillenaria storia, guardando a quello che è il nostro inestimabile patrimonio storico, artistico, culturale e archeologico.
Ci candidiamo a essere capitale della cultura perché davvero non solo da un punto di vista geografico ci sentiamo e siamo il cuore del Mediterraneo.
Per quello che la nostra città ha rappresentato nella sua storia e nel corso dei secoli e dei millenni della sua storia, un crocevia di popoli, un crocevia di culture, un crocevia di etnie, un punto di arrivo, un punto di destinazione rispetto al quale noi oggi pensiamo che si debba ricostruire una nuova narrazione.
Perché la nostra città ha dimostrato come queste diverse culture, questa diversità di culture possa vivere insieme, possa coesistere e quanto è importante oggi lanciare un messaggio di questo rispetto ai focolai di guerra e di isolamento che ci sono nel mondo”.
La conclusione del sindaco ha riguardato poi il nuovo sguardo che il Museo del Mare rivolge alla Città. “Noi siamo stati abituati fino ad oggi, anche nelle fotografie, a vedere una prospettiva della nostra città rivolta da sud verso nord.
Ecco, anche l’orientamento del nostro Museo del mare ci darà un nuovo sguardo sulla città, ci darà un nuovo sguardo sul mare. Io mi auguro che questo possa essere anche metaforicamente l’idea di un nuovo approccio alle cose, di un nuovo sguardo sulla città da parte prima di tutto dei reggini, da parte prima di tutto dei nostri concittadini perché io credo che intorno a questa opera si possa davvero riconciliare la città”.
“Quanto è necessario che la nostra città, anche attraverso e nelle grandi opere che portano a uno sviluppo collettivo del territorio, possa trovare pacificazione, possa trovare riconciliazione perché rispetto a queste opere bisogna spingere tutti dalla stessa parte, tutti coloro che hanno un interesse collettivo a che la nostra città migliori.
E’ ancora più importante farlo oggi, in un momento in cui intorno a noi nel Mediterraneo e in generale nel mondo si preferiscono alzare muri, si preferisce costruire barriere, si preferisce delimitare confini, si preferisce affermare la propria identità non nel senso positivo del termine ma nel senso di escludere l’altro, escludere chi è diverso da noi.
Noi invece siamo figli del mare. Ed il mare è materno, il mare abbraccia, il mare accoglie, il mare come dicevamo è fonte di ricchezza e di prospettive future.
Noi che siamo figli del mare vogliamo andare esattamente controcorrente rispetto al momento storico che stiamo vivendo, nella piena consapevolezza che soltanto chi è abituato ad andare controcorrente conosce davvero la forza del mare. O meglio come in questo caso del Museo del Mare”.