“Scilla Il mito che vive” è la preziosa pubblicazione firmata da Adriana Verardi e Franz Riccobono che sarà presentata, domani sera alle ore 18,30 al Castello Aragonese di Reggio Calabria.
L’inizitiva s’inquadra nell’ambito delle celebrazioni per il cinquantenario del ritrovamento dei Bronzi di Riace predisposti da Comune e Città Metropolitana, ed è realizzata in collaborazione con la Consulta Città Metropolitana del Comune di Reggio Calabria, presieduta da Emilia Condarelli, l’associazione Cult3.0, il Gruppo FarmaC’è e ReggioTV.
Si tratta di un volume di grande valore storico e artistico che raccoglie una ricerca attenta, colta, tenace e appassionata di stampe e carte che narrano la storia di Scilla e dei suoi miti attraverso i secoli e fino ai giorni nostri.
Un’opera che è frutto di una collezione raffinata messa insieme, nell’arco di 15 anni, dalla stessa Adriana Verardi.
“Siamo orgogliosi ha sottolineato l’assessora alla Cultura, Irene Calabrò di poter offrire un altro evento di grande qualità che s’inquadra nelle celebrazioni della scoperta dei Guerrieri di Riace, ma soprattutto in un’operazione culturale di ampio respiro, che a partire dai tesori del territorio lavora su recupero e rilancio delle nostre radici storico-culturali ed identitarie”.
Insomma, come ha sottolineato anche il delegato alla Cultura della Città metropolitana, Filippo Quartuccio, “Si tratta di un evento culturale di forte richiamo considerata anche la preziosità e varietà dei documenti che contiene, ma soprattutto l’amore per il territorio con cui è stato compiuto il lavoro di ricerca”.
All’incontro, con l’autrice, coordinato dalla giornalista Emilia Condarelli, interverranno lo storico Francesco Arillotta, l’editrice Mimma Vicidomini, l’editore di ReggioTV Eduardo Lamberti Castronuovo, il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti, l’assessore Irene Calabrò e il delegato della Città metropolitana Filippo Quartuccio. Appuntamento quindi domani mercoledì 13 luglio, alle ore 18 e 30, al Castello Aragonese per scoprire le meraviglie di “Scilla Il mito che vive”.
