Al Cine Teatro Odeon standing ovation per il comico siciliano Giovanni Cacioppo

Un monologo irresistibile che strappa tante risate e impone una riflessione a fine spettacolo. Ieri sera, in un gremito Cine Teatro Odeon, il vulcanico Giovanni Cacioppo con il suo “Ora io labora” ha trascinato gli spettatori in quel racconto “frutto di 30 anni di lavoro” e con ironia ed arguzia, è riuscito a sciorinare temi delicati quali l’occupazione e la continua ricerca di lavoro “per chi desidera rimanere nella sua terra e vuole disperatamente un mestiere per vivere”.
L’artista siciliano puntuale e raffinato in ogni sua battuta, incastona dinamiche sociali che interessano il Bel Paese puntando molto al Sud. L’evento, inserito nella kermesse del teatro che vanta la direzione artistica del maestro Roberto Caridi ed organizzato dalla NovaStar Italia di Mimmo Porcino in collaborazione con il Cine Teatro Odeon, ha riscosso applausi e meritati apprezzamenti da un pubblico eterogeneo particolarmente coinvolto nella stand up comedy.
“Quando si parla di occupazione occorre rilevare due aspetti fondamentali: la mancanza di impiego e quelli che, a differenza di altri, un lavoro lo hanno, ma non vogliono lavorare. Spesso, mi chiedono di dare un consiglio ai giovani e con il sorriso, dico sempre: trovate un lavoro vero. Io sono anni che lo cerco e ancora oggi, sono qui che faccio ridere voi” – scherza il comico.
Cacioppo descrive il genere umano meridionale degno di una dissertazione scientifica da premio Nobel e, alla fine di un discorso privo di ogni dubbio, arriva a dimostrare che “Il Meridionale non vuole lavorare”.
La platea è stregata da quella disamina e gli applausi sono interminabili ma necessari perché premiano non solo la bravura dell’artista, ma chi ha investito su una stagione teatrale che vuole confermarsi motore delle attività culturali della città.
“Faccio i migliori auguri al Cine Teatro Odeon e spero di tornarci presto – conclude Cacioppo -. Quando chiude un teatro per noi artisti è un lutto e sapere che Reggio Calabria oggi ha un altro luogo di cultura come questo gioiello, mi rende felice perché è segno che qui si ha voglia di lavorare e dare forma all’arte”.