Calabria

Alecci su adozione Progetto di Piano Stralcio di Bacino e le ricadute sui territori calabresi

Presentata una interrogazione in Consiglio.

ernesto alecci

Sta destando moltissime preoccupazioni in numerose amministrazioni comunali calabresi l’adozione del Progetto di Piano Stralcio di Bacino del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale per l’Assetto, la Mitigazione e la Gestione del rischio da Alluvioni – Calabria/Lao che sostituirà il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) del 2001.

Il Progetto, sebbene abbia il validissimo obiettivo di prevenire nuovi disastri derivanti da future alluvioni, così come attualmente concepito introduce significativi vincoli in molte aree dei vari territori calabresi e potrebbe avere ricadute molto negative sull’attrattività di molti di questi, soprattutto dal punto di vista turistico.

In diversi Comuni, infatti, l’adozione delle misure previste renderà impossibile la realizzazione di nuove costruzioni o l’ampliamento delle infrastrutture esistenti, inclusi interventi già programmati e dotati di tutti i pareri autorizzativi legati alla sicurezza.

Numerose sono state le prese di posizioni di Sindaci che lamentano in particolare lo scarso coinvolgimento delle amministrazioni durante le definizioni del Piano, che non tiene minimamente conto delle peculiarità delle diverse zone.

Bene ha fatto, ad esempio, il Sindaco di Davoli (CZ) Giuseppe Papaleo a sottolineare pubblicamente tale situazione che rischia di penalizzare definitivamente lo sviluppo di Comuni, come appunto quello da lui amministrato, che negli ultimi anni hanno fatto registrare una buona crescita a livello economico e commerciale.

Così come ad oggi concepito, il Progetto, di derivazione ministeriale, risulta un esercizio “geografico” calato dall’alto, incapace di salvaguardare e valorizzare le differenze delle nostre aree costiere.

Intere aree industriali come quelle di Lamezia Terme e di Gioia Tauro (solo per fare degli esempi) presentano dei vincoli così serrati da scoraggiare qualunque imprenditore interessato. In un colpo solo si rischia di perdere per sempre l’attrattività di intere zone.

Ma c’è di più! Come detto, laddove le amministrazioni più lungimiranti in passato si siano prodigate a mettere in totale sicurezza intere aree, per favorire investimenti e sviluppo, l’adozione del suddetto Progetto le obbliga a presentare delle osservazioni e delle istanze nel volgere brevissimo di trenta giorni.

Ma come possono le amministrazioni comunali produrre tutte le documentazioni necessarie in un tempo così limitato, tenendo conto anche delle carenze croniche di personale e delle difficoltà economiche in cui si trovano?

A mio avviso, documenti così importanti dovrebbero essere necessariamente frutto di un confronto e di una condivisione tra il centro e la periferia.

E’ fondamentale salvaguardare la tutela del territorio ma occorre, altresì, promuovere una crescita sostenibile e in totale sicurezza laddove possibile, senza la presenza di regole inutilmente restrittive.

Al riguardo ho presentato una interrogazione al Presidente della Giunta regionale e agli Assessori competenti per sapere quali azioni concrete sono state intraprese per coinvolgere i Comuni e gli enti locali nella definizione del Progetto di Piano stralcio di Bacino e quali interventi si prevedono per consentire ai portatori di interesse di presentare tutte le osservazioni necessarie prima della sua adozione definitiva: le comunità locali hanno il diritto di essere ascoltate, supportata e tutelate.

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