Alla Biblioteca De Nava di Reggio Calabria incontro sul tema “La Letteratura del Risorgimento”
Con una conversazione sul tema “La Letteratura del Risorgimento” che la Prof.ssa Francesca Neri terrà giovedì 9 gennaio alle ore 16,45 presso la Sala Giuffrè della Villetta De Nava prendono avvio gli incontri di approfondimento legati alla mostra “Fare l’Italia” promossa congiuntamente dalla Biblioteca Pietro De Nava e dall’Associazione Culturale Anassilaos in programmazione presso la stessa Biblioteca fino al 30 gennaio 2025.
Un tema quello che affronterà la studiosa reggina vasto e complesso poiché comprende una serie di opere in prosa e in versi (romanzi, raccolte di novelle,, memorie, opere di poesia e canti patriottici, saggi e cronache di eventi, saggi politici e finanche quei libretti d’opera di cui si servirono i grandi maestri della musica italiana da Rossini a Verdi, spesso oggetto di censura) che ha preceduto e preparato il felice triennio 1859-1861 nel quale si formò e poi nacque l’Italia come stato unitario e non più come “mera espressione geografica o culturale e artistica”.
Il Romanticismo con la sua ricerca delle radici dei vari popoli costituenti il continente europeo giunse ben presto in Italia e le polemiche stesse dei Romantici d’Oltralpe (pensiamo ad una Madame de Staël ) nei confronti di certo classicismo italiano tuttora imperante e sempre più assimilato all’ Ancien Régime e alla Restaurazione dopo l’epopea napoleonica, contribuì in Italia alla nascita di una coscienza nazionale da contrapporre polemicamente a quella degli altri paesi europei, al risorgere di quello “spirito nazionale” ancora sopito. Da qui la ricerca di fatti ed eventi, anche minori della storia passata d’Italia, nei quali tale spirito rifulse (La disfida di Barletta) e la celebrazione e di uomini e donne, eroi ed eroine (Francesco Ferrucci) che per esso diedero la vita, oggetto di romanzi, novelle, poemi, saggi storici.
Da qui la riscoperta di quegli uomini grandi che furono considerati quasi profeti della Nazione (Dante e Petrarca) e della libertà d’Italia (ricordiamo la chiusa del Principe di Machiavelli) che era stata perduta nel XVI secolo allorquando Francia e Spagna si contesero il Paese. Da qui anche l’atteggiamento, se non antireligioso, antipapale del Risorgimento e dei suoi protagonisti nei confronti di una Chiesa da sempre ostile (come dimostrarono i fatti) ad ogni processo di unificazione dell’Italia che Essa riteneva ne limitasse la libertà nonostante il tentativo, vano, di un Vincenzo Gioberti di inserire il Papato nel processo di indipendenza dell’Italia. Dove l’indipendenza dallo straniero, declinata in senso federale con il pontefice capo e garante di una tale confederazione, nulla o poco aveva a che fare con lo stato unitario che si realizzò e fu proclamato il 17 marzo del 1861. Il concetto stesso di “letteratura del Risorgimento” è dunque complesso perché raccoglie un numero vasto ed eterogeneo di opere e autori, alcuni dei quali attinenti a specifici momenti (pensiamo a Goffredo Mameli o a Ippolito Nievo) di più facile identificazione, altri invece capaci di agire più in profondità sugli spiriti più pensosi (Mazzini), ai quali tutti dobbiamo comunque riconoscere di aver fatto l’Italia.