Ancadic denuncia lo stato di forte degrado del tombino scatolare al Km. 22+150 della SS.106
A seguito delle precedenti segnalazioni dell’ANCADIC a far data 18 settembre 2015, l’ANAS con nota del 25 ottobre 2018 ci comunicava di aver esperito sopralluogo tecnico presso il tombino scatolare situato al km. 22+150 Ss 106 Lazzaro e che a partire dal mese di gennaio 2019 si sarebbe provveduto al ripristino corticale di tutti i tombini scatolari segnalati presenti sulla Ss 106, mediante lavori di ordinaria manutenzione opere d’arte.
Stante il notevole decorso temporale e malgrado la modesta entità, a dire dell’ANAS, dell’intervento, ancora non si è provveduto in tal senso.
Si rappresenta che la soletta e le pareti presentano segni di forte deterioramento che ha portato alla corrosione e ossidazione delle armature metalliche che pur mantenendo la loro continuità, si sono staccate dall’impalcato non collaborando con il calcestruzzo comportandosi come una “corda molle” a rischio di fenomeni di instabilità, riducendo così il proprio ruolo di confinamento del calcestruzzo.
Visto le continue infiltrazioni di acqua piovana dalla Ss 106 nel tetto e nelle pareti del tombino/sottopasso, non si può escludere che si sia potuto verificare all’interno dell’impalcato ammaloramenti non visibili all’occhio umano, pertanto gli accertamenti visivi per quanto importanti e accurati eseguiti dai tecnici dell’ANAS non possono evidenziare carenze di sicurezza.
Si sottolinea che dalla soletta e dalle pareti si sono registrati distacchi di porzioni di cemento giacenti sul suolo e altre sono pronte a staccarsi in capo ai fruitori del tombino/sottopasso pedonale.
E’ superfluo sottolineare che la sovrastante Ss 106 è transitata da mezzi pesanti le cui sollecitazioni possono provocare il distacco di porzioni di cemento ammalorati e in alcuni punti pronti a cadere. Appare necessario verificare se la struttura sia stata realizzata in presenza delle autorizzazioni del Genio Civile ai fini sismici e delle prescritte comunicazioni alle Autorità amministrative competenti, riscontrando se nel tempo sia stato eseguito l’adeguamento statico sismico e funzionale dell’infrastruttura.
Si tenga conto che l’opera ricade in un ambito territoriale ritenuto ad alto rischio sismico.