Arte e culturaCatanzaro

Arriva a Badolato la mostra fotografica “Rughe. Memorie di una generazione” di Pino Codispoti

mostra fotografica rughe - badolato

La ricerca e le immagini di Pino Codispoti sono protagoniste della mostra “Rughe. Memorie di una generazione” che Palazzo Gallelli ospita dal 6 luglio al 30 settembre 2024 in un progetto espositivo curato da Codispoti.

Nato a Catanzaro vissuto a Badolato attualmente vive a Castellammare di Stabia. Attraverso la fotografia prova a declinare narrazioni, storie per immagini per lasciare tracce, costruire memorie.

2017 – Da Sud a Sud. Progetto fotografico editoriale.

2018-2019 – Pr_eEsistenze. Memorie di un Borgo. Personale fotografica Palazzo Gallelli Badolato; Museo Archeologico Nazionale Napoli.

2020 – Le forme della vita – Ulivi. Personale fotografica Città della Scienza Napoli.

2020-2021 – Sundown . Appunti di luce. Progetto fotografico accolto in Cronache Quaranteniche – Diario fotografico di un anno di pandemia CIFA – Centro Italiano della fotografia d’autore Bibbiena.

2023 – Autore della foto per la celebrazione dei Campioni d’Italia, per il titolo d’ingresso nei principali Musei e Scavi archeologici della Campania.

2024 – ri-Volti. Verso un rione che non c’è. Personale fotografica Rione Terra Pozzuoli.

Vicepresidente nazionale di CoopCulture, si occupa di gestione e valorizzazione dei Beni Culturali.

I visitatori della mostra potranno ripercorrere la storia di una comunità, vissuta in un’epoca di grandi cambiamenti e difficoltà. Sopravvissuti a guerre e calamità naturali, hanno trascorso la loro giovinezza o maturità nel borgo tra gli anni ’70 e ’90.

Durante questo periodo, hanno assistito alla partenza di figli e fratelli verso la vicina Marina o verso terre lontane come l’Australia, alla ricerca di nuove opportunità.

Una generazione, depositaria della memoria di una comunità che si sta disperdendo. “Per anni, ho fotografato questi anziani tra le “rughe” del borgo, cercando di catturare nei solchi dei loro volti la sapiente conoscenza che custodiscono.

Mi sedevo con loro, al fresco del gradino davanti a casa, ascoltando storie di nonni e di una vita più semplice e bella nel paese, prima che la gente iniziasse a migrare altrove. Le loro storie di vita vissuta, narrate con un sorriso che appianava le rughe, mi hanno profondamente legato alla mia terra.

Oggi, tuttavia, tutto questo non accade più. Passeggio ancora tra le viuzze del paese con la mia macchina fotografica, ma le porte sono chiuse e non si sente più il vociare di una volta.

Quella generazione non ritorna più dalla campagna all’alba e non si ferma più a chiacchierare sui gradini del proprio rione- scrive l’autore della mostra, sottolineando come “quelle persone sono un tesoro di memorie e saggezza, la loro essenza è una storia della nostra comunità che non deve essere dimenticata”.

E forse, sta proprio qui il messaggio di Codispoti, nel mostrarci le “rughe” che raccontano storie e tracciano percorsi. Le rughe segno del tempo che diventano memoria indelebile, eredità assoluta che ci lega per sempre ad un luogo e di cui abbiamo bisogno.

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