Aumento Tari per i comuni, appello del sindaco di Caloveto al presidente della regione Occhiuto
"Convochi ed ascolti i sindaci, Arrical riveda le tariffe situazione grave ed insostenibile".

Se non fossero vere e fondate le denunce pubbliche rispetto alle precise scelte comunicateci dall’Arrical, gestore unico di acqua e rifiuti in Calabria, delle quali da più giorni si stanno facendo interpreti, insieme ai consiglieri regionali Bevacqua, Tavernise e Lo Schiavo, i colleghi di Cosenza Caruso e di Corigliano-Rossano Stasi, per quale altro misterioso motivo anche noi a Caloveto, uno dei piccoli comuni virtuosi dell’entroterra della nostra regione, nella giornata odierna (giovedì 20 marzo) ci vediamo costretti a portare in consiglio l’aumento della Tari inclusa nel Piano Economico e Finanziario del nostro ente?
Nessuno dichiara il Sindaco Umberto Mazza potrebbe mai anche solo immaginare che la nostra iniziativa istituzionale, oggi all’esame dell’assise civica, sia l’esito di valutazioni squisitamente municipali o, nel nostro caso in particolare, di improbabile strategia o utilità politico-elettorale.
Al contrario sottolinea il Primo Cittadino siamo di fronte alla conseguenza, a questo punto non so se adeguatamente prevista e calcolata in tutti i suoi effetti perversi, di aumenti oggettivi ed innegabili della Tari, imposti dal piano tariffario predisposto da Arrical, che fa bene il Sindaco Stasi a definire un mostro, senza alcun confronto con le amministrazioni locali.
Ed al di là precisa delle legittime posizioni politiche che inevitabilmente e fisiologicamente intervengono anche in questa questione ormai aperta con la Regione Calabria e che deve essere affrontata e risolta oltre le pezze e le giustificazioni d’ufficio dell’assessore regionale Calabrese, vi è un dato di fondo sul quale anzi tutto il Presidente Occhiuto dovrebbe aprire e condividere direttamente con i sindaci calabresi, una riflessione istituzionale ed il più possibile libera da condizionamenti di ogni tipo.
MAZZA: SIAMO DI FRONTE AD UN CORTO CIRCUITO. PER ORA SALTATO SALVAVITE
Rispetto a questa proposta e prospettiva di auspicato confronto con gli enti locali, quello di Caloveto mi pare essere un buon caso di studio e di partenza, per rendersi facilmente conto che un qualche corto circuito deve esserci stato e va risolto subito, perché aggiunge può ancora essere risolto.
È ironizza Mazza come se fosse per ora saltato solo il salvavita, non essendo andata via del tutto la luce. Bisogna intervenire, con consapevolezza ed autorevolezza.
Ed ecco l’esempio Caloveto. Come potrei e dovrei spiegare ai miei concittadini argomenta il Sindaco gli aumenti sui rifiuti che il nostro Consiglio oggi approverà se per gli ultimi 4 anni consecutivi grazie soltanto alla sensibilità ed alla partecipazione della nostra comunità, abbiamo raggiunto in media il 70% di raccolta differenziata?
A cosa è servito questo impegno militante di educazione civica e di eco-sostenibilità? A dover pagare di più rifiuti 4 anni dopo?
Ed a cosa è servito, quindi, esser risultato, come lo è stato Caloveto negli ultimi tre anni, comune riciclone, se invece di trarne per la nostra gente un qualsiasi beneficio economico a breve e medio termine oltre che al momento solo teorico, ne deriva di fatto un costo maggiore a carico di tutti?
Ecco perché spiace ed è gravissimo, soprattutto per esser stato anch’egli un sindaco, che l’assessore Calabrese non colga questo che non è dettaglio o una polemica strumentale ma una vera e propria rottura grave del rapporto di fiducia tra le cittadinanze ed il governo dei territori, tanto più grave perché inficia il sempre delicato approccio culturale e politico rispetto ai temi ed alle sfide nazionali, europee e globali della tutela dell’ambiente.
Perché scandisce la difesa della sostenibilità ecologica, della quale la partita rifiuti e differenziata è fondamentale, non può essere sempre vissuta e subita come un costo economico, sociale e culturale da parte delle popolazioni locali.
Noi oggi siamo di fronte a numeri che, anche e soprattutto alla luce delle difficoltà nelle quali si trovano i comuni, vanno rivisti: siamo passati da 260 euro a tonnellata a 330/350 in media.
Questo si chiama aumento e non c’è altra analisi sovrastrutturale da mettere in campo per tentare di negare questo esito che diventa sì mostruoso quando poi non fa differenza tra comuni virtuosi o meno in tema di differenziata.
Non è e non vuole essere demagogia, è una seria questione di metodo ed anche di rispetto delle istituzioni locali che a differenza degli assessori o dei consiglieri regionali ogni giorno devono rispondere in comune a famiglie, ad anziani e giovani coppie, che non riescono a far fronte al pagamento dei tributi e delle bollette.
E se l’aver tentato di negare l’evidenza, anche in occasione del consiglio direttivo di Arrical tenutosi ieri (mercoledì 19) non è stata una bella lezione di governo, cercare ancora di fuggire dal problema reale posto dai comuni potrebbe rivelarsi conclude Mazza, invitando il Presidente Occhiuto a convocare con urgenza i comuni in Cittadella per ascoltarne ragioni e probabili soluzioni un errore ancora più grave di valutazione, a danno del tessuto sociale ed economico dei nostri territori e della stessa democrazia.