«Il disegno leghista di spaccatura del Paese, di secessione mascherata delle regioni ricche, può dirsi oggi se non del tutto compiuto – di certo abbondantemente indirizzato nel verso auspicato dal partito di Salvini. Partito che non a caso festeggia, al termine di un misfatto eseguito in piena notte come le peggiori malefatte, sventolando in aula simbologie preunitarie».
Lo afferma in un comunicato stampa il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti, commentando l’approvazione della riforma dell’Autonomia differenziata.
«Con il via libera da parte della Camera dei deputati del Ddl Calderoli, si mette nero su bianco la sentenza capitale ai danni delle regioni meridionali, che d’ora in avanti sprofonderanno sempre di più sotto i colpi del regionalismo differenziato, quindi dell’egoismo dei territori più sviluppati, contro ogni forma di solidarietà nazionale e di coesione sociale sancita dalla Costituzione.
E dire che, in oltre un secolo e mezzo di unità nazionale, a contribuire allo sviluppo e alla ricchezza del Nord sono state le schiere di emigrati meridionali e le ingenti risorse spolpate al Sud.
Tutto cancellato in nome della miopia di una classe dirigente leghista in crisi di consensi e di un Governo che ha pensato bene di barattare le tanto declamate “riforme bandiera”, in una sorta di Do ut des che rischia di affossare definitivamente il Paese. Certamente di renderlo meno competitivo nello scacchiere economico europeo e globale.
Fa rabbrividire, poi, il sostegno che l’Autonomia differenziata ha trovato nei parlamentari calabresi e meridionali che hanno votato “Sì” obbedendo a ordini di scuderia o, ancor peggio, per condivisione delle sue finalità.
E non basta aver abbandonato l’aula al momento del voto per ritenersi esenti da responsabilità politiche. Come non bastano le giustificazioni e i distinguo cui si appiglia oggi il presidente della Regione Calabria che aveva offerto, in più occasioni, ampie garanzie di modifiche migliorative al testo.
Nulla di tutto questo, presidente Occhiuto, è avvenuto. Come avevamo ampiamente e facilmente pronosticato.
La maggioranza di centrodestra che è al governo del Paese e che lei sostiene è responsabile di queste scelte che condannano il Sud Italia e la Calabria all’arretratezza e li avviano verso il precipizio, obbligando i giovani meridionali ad un’emigrazione strutturale verso quelle regioni in grado di garantire migliori servizi e standard di vita più elevati.
Pesa, e non poco, presidente Occhiuto, quel suo voto favorevole in Conferenza Stato-Regioni, quel suo non aver voluto o saputo consolidare il fronte dei governatori delle Regioni del Sud che, se avesse fatto sentire il suo “No” coeso e convinto, avrebbe certamente modificato le sorti di questa scellerata riforma.
Di tutto questo conclude Lo Schiavo i cittadini calabresi, sono certo, ne conserveranno memoria. E il centrodestra complice, silente e pilatesco, ne riceverà presto il conto».