Brunetti risponde a Lamberti “sue affermazioni gravi ed offensive, bando Reggina e Dante Alighieri non sono questioni legate”
“Le affermazioni di Lamberti sono gravi ed offensive. Probabilmente non conosce bene i contorni della vicenda. Nè sul tema della Reggina, che faticosamente stiamo cercando di tirare fuori dal pantano, nè sull’aspetto legato alla Dante Alghieri. Due questioni che risultano nettamente distinte e separate e che in alcun modo possono essere accostate, se non strumentalmente”.
Cosi in una nota il sindaco facente funzioni del Comune di Reggio Calabria Paolo Brunetti risponde alle affermazioni rilasciate a mezzo stampa da Eduardo Lamberti Castronuovo.
“Sulla prima questione spiega Brunetti- quella del salvataggio della Reggina, Lamberti nei giorni scorsi ha tentato la sua solita incursione, interloquendo con la cordata di giovani imprenditori reggini, che meritoriamente hanno provato a mettere insieme l’interesse del mondo produttivo del nostro territorio, arrivando a proporre, e questo è veramente incredibile, una fusione della Reggina con il Locri, al fine di bypassare la richiesta economica della Figc per l’accesso alla categoria, salvo poi riproporre l’idea di far rimanere la città senza calcio per un anno.
In questo senso il dottore Lamberti dimostra di non conoscere, ne a livello tecnico, ancor meno a livello storico e sentimentale, le prerogative dalla squadra amaranto ed i meccanismi legati al diritto sportivo. Le sue proposta sono state immediatamente rispedite al mittente dagli stessi imprenditori che hanno avuto l’onere di ascoltarle. Bocciate, come è giusto che fossero”.
“Sul tema della Dante Alighieri invece prosegue Brunetti Lamberti parla di svendita da parte nostra. Da lungo tempo l’Università si trova in una condizione di netta difficoltà economica, dovuta a continue perdite strutturali, che pregiudica persino il pagamento degli stipendi dei propri dipendenti.
Peraltro nell’ipotesi di una condizione di illegittimità, tutta ancora da chiarire, dovuta alla presenza, probabilmente impropria, di alcuni rappresentanti dell’Associazione Dante Alighieri in seno al Consiglio d’Amministrazione dell’Università, con interessi cristallizzati nel tempo che peraltro Lamberti conosce molto bene.
Quella della “svendita”, introdotta da Lamberti, è un’espressione indegna che risulta evidentemente strumentale, oltre che assolutamente offensiva. Pur essendo notorio l’interesse di gruppi privati, che già molti mesi fa avevano avanzato proposta di acquisto di quote dell’Università, ben prima che la reggina manifestasse la sua crisi, le istituzioni territoriali hanno sempre perorato l’ipotesi di federazione con l’Università Mediterranea.
Oggi tenta di costruire un teorema per il quale la questione possa essere in qualche modo legata alle manifestazioni di interesse per l’iscrizione della squadra della città al campionato di serie D. Niente di più falso. La manifestazione d’interesse era aperta a tutti e chiunque avrebbe potuto partecipare. Le proposte pervenute sono tutte rispettabili e saranno valutate per come meritano.
Se ne fossero arrivate delle altre, anzi le auspicavamo, le avremmo anch’esse valutate. Sulla Dante Alighieri invece abbiamo espresso il nostro pensiero, con una lettera ufficiale, che contiene una serie di considerazioni, che ovviamente Lamberti omette.
Si concentra solo su un passaggio finale che, “solo a corollario di una consolidata attività di tale natura”, cito testualmente la lettera, introduce l’ipotesi “di ingresso nella compagine sociale di un solido soggetto economico del mondo universitario privato che badate bene inietti risorse nuove e che garantirebbe non solo il mantenimento dei corsi già esistenti, ma anche la nascita di altri che ne assicurino lo sbiluppo, non mutandone – altro passaggio fondamentale – nè la sede nè la natura”.
“Come può quindi Lamberti affermare che vogliamo svendere l’Università ad un privato prosegue Brunetti che, secondo la sua fantasiosa ipotesi, se la porterebbe via lontano da Reggio.
Mi sembra veramente assurdo e credo fermamente che il Dottor Lamberti, in presenza di un briciolo di onesta intellettuale, nel rileggere le sue parole, non potrà che convenire che si tratta di una boutade spinta da una ricostruzione errata o più probabilmente dalla sua volontà di rientrare dalla finestra in una vicenda dove la porta principale gli era già stata abbondantemente chiusa in faccia. E non certo da noi”.