Calabria: lettera aperta a tutta la filiera dei carburanti e non solo
Abbiamo sostenuto che era inutile, faticoso, dispendioso fare accordi straordinari per il periodo COVID-19 della durata di 60 giorni. Che anche se prolungati di mese in mese, non aggiungono e non cacciano nulla alla vita del gestore.
Abbiamo ribadito noi di Faib Calabria, fino alla morte, nella nostra associazione, Faib Confesercenti Nazionale, nessuno ci ha voluto ascoltare, anzi siamo stati ampiamente criticati e attaccati che quello che si stava facendo non serviva a nulla se non a noi stessi per dirci quanto siamo bravi. Sono accordi farlocco.
Non hanno alcun valore, non riconoscono e non risolvono le vere problematiche dei gestori. Il problema non è il signor COVID-19. Il Signor COVID-19 è uno dei problemi. Il vero problema è la mentalità (vecchia) del sistema carburanti. Il vero problema non è il giudizio ma il pregiudizio che serpeggia nell’ambiente. Il vero problema è la manifesta illegalità che nessuno vuole realmente combattere.
Il vero problema è voler nascondere sotto al tappetto tutte le verità che Governo, Unione Petrolifera, Assopetroli, Compagnie petrolifere, retisti e associazioni di categoria conoscono bene. Si preferisce una menzogna di necessità e bisogno ad una verità vera.
Invece di sottoscrivere accordi “finti” e “farlocchi” la nostra proposta era rimettere immediatamente mano agli accordi economici sindacali, incominciare ad affrontare la discussione con una mentalità nuova, aperta, diversa che non sia concentrata sui margini (come sempre da ridurre) ai gestori.
Bisogna avere il coraggio di immaginare, studiare, lavorare per mettere in atto strumenti (accordi) innovativi e adatti al prossimo futuro che garantiscano la sostenibilità dei punti vendita non solo a difesa dell’attacco del coronavirus, ma di quel processo tecnologico che si chiama energia solare, fonti energetiche rinnovabili, scienza applicata all’automotive.
Serve che i prezzi dei carburanti siano giusti. Non troppo bassi in alcune aree ne troppo alti in altre aree. Serve che non ci sia chi macina utili (che spesso finiscono all’estero) in modo sproporzionato e avido chi invece non riesce ad arrivare a sostenere i costi di gestione.
Ciò logicamente presuppone rispetto della dignità e della professione di tutti gli attori nello scenario e sul palcoscenico. Nessuno escluso! Servono uomini diversi, preparati e pronti a ragionare in termini diversi.
Forse il settore dei carburanti, nella sua generalità, che occupa centinaia di migliaia di risorse umane resta fermo, inchiodato al palo della storia perché non trova il coraggio di avere una nuova e diversa mentalità. E’ rappresentata da persone che sono nel settore da oltre cinquanta anni, ormai vecchi e con i para occhi.
La mentalità del futuro. Gli uomini del futuro. Il coraggio di affrontare il futuro ecco cosa ci serve. Ecco cosa forse non avremo mai.