Tenuto a Barcellona un meeting per individuare linea comuna sul tema della normativa ETS


Nell’occasione è stato presentato uno studio che analizza gli effetti della possibile delocalizzazione dei traffici di transhipment specialmente nei porti nella sponda sud del mediterraneo anche se è è stato ricordato , dagli intervenienti, che alcuni principali porti nordeuropei sono soggetti a rischi analoghi.
Tra i rischi evidenziati in particolare quello della sicurezza degli approvvigionamenti e delle catene logistiche e del sistema industriale europeo che da queste dipende.
Il rischio delocalizzazione é reale se non certo e potrebbe essere non reversibile. Una volta persi, gli scali transshipment non torneranno in territorio europeo.
A nulla serviranno le revisioni della direttiva a due anni di distanza. Bisogna intervenire ora prima che vengano fermati o dirottati gli investimenti con drammatiche conseguenze sul piano portuale, logistico, industriale economico e sociale.
Il Presidente Agostinelli e il Segretario Generale di Assarmatori Rossi hanno entrambi proposto di estendere il gruppo di lavoro che si é instaurato tra i porti spagnoli e italiani, non solo agli altri porti mediterranei o atlantici del quadrante sud ma anche ai porti nord europei.
Il tema é globale e include certamente il settore portuale e logistico ma successivamente graverà sul comparto della produzione.
La riunione si é conclusa tra l’apprezzamento generale e sulla consapevolezza che a fronte dell’unità della comunità portuale europea le Istituzioni europee saranno più sensibile circa la possibile modifica della direttiva.
Condiviso da tutti che la misura di maggior buon senso ed equilibrio da adottarsi nel breve periodo è il cd. “stop the clock” ossia una moratoria sull’efficacia del meccanismo ETS sulle tratte di primo ingresso e di uscita delle navi dall’ambito europeo.