Coolap: i lavoratori dei servizi psichiatrici chiedono un intervento concreto dello Stato e di tutta la classe politica calabrese
Il commissario Guido Longo, con il decreto del 18 maggio 2021, ha lasciato con molte incognite il destino dei servizi della psichiatria.
Dalla scadenza della proroga del 31 dicembre 2020, utile ai pagamenti, i lavoratori si trovano senza stipendio da cinque mesi a tutt’oggi e con la consapevolezza di essere stati inascoltati e abbandonati dallo Stato e dalla politica calabrese.
L’approvazione della rete territoriale è un qualcosa di importante, ma non può bastare, perché se si chiede continuità della cura per i pazienti non ci si può lavare le mani e non pagare i servizi resi coprendosi con la scusa della legalità solo per convenienza.
Noi, come sempre e con dignità da vendere, lotteremo fino allo stremo delle nostre forze e con ogni mezzo per far cessare questo abuso che evidenzia, da parte di chi lo perpetra, una sorta di arroganza vestita con abiti istituzionali.
Caro commissario Longo, le nostre parole le sembreranno sicuramente dure, ma siamo certi che capirà la responsabilità che abbiamo nei confronti delle nostre famiglie e dei nostri pazienti. Responsabilità e coraggio che manca a chi dovrebbe ad ogni costo difendere i diritti dei più fragili e di tanti lavoratori.
Vogliamo anche ricordare che nessuno allo scadere della proroga il 31 dicembre 2020, cinque lunghi mesi fa, ha informato le cooperative che i servizi avrebbero dovuto cessare e, con essi, anche il diritto alla cura di tante PERSONE che lo richiedono come bisogno e come diritto costituzionalmente riconosciuto. Con la cessazione degli stessi, si rischia una impietosa transumanza umana, che trasferirebbe “come pacchi” i pazienti verso contesti a loro poco famigliari, con conseguenze devastanti per la loro fragilità.
Quindi, riteniamo con cognizione di causa, che non ci devono essere scuse o impedimenti nel dover pagare ciò che i lavoratori, con abnegazione e con spirito di sacrificio, hanno reso in questi mesi per potare avanti un servizio utile ad una fascia di popolazione fragile che lei, Stato, dovrebbe tutelare.
Le ricordiamo, a tal proposito, che la legge n° 381/91 oltre a disciplinare le cooperative sociali, ha lo scopo di tutelare, rafforzare e promuovere il sostegno e lo sviluppo della cooperazione sociale, a favore dei soggetti beneficiari che nel caso in questione sono disabili mentali a carico dell’Asp alla quale forniamo un servizio da trent’anni.
A tal fine la Regione Calabria, nella legge regionale del 17 agosto 2009 n°28, testualmente riporta che: riconoscendone il rilevante valore e la finalità pubblica, attribuisce alla cooperazione sociale ruolo di partner privilegiato degli enti pubblici nel perseguimento della promozione umana e di un’adeguata integrazione socio-lavorativa degli individui.
La mancanza di accreditamento delle strutture che ne avrebbe garantito la totale legalità e il riconoscimento dovuto, ribadiamo, non è stata una mancanza delle cooperative e ancor meno dei lavoratori, ma bensì di chi ne aveva pieni poteri e non l’ha mai fatto per motivi a noi ignoti, seppur molte volte sollecitato. La negligenza e le colpe vanno ricercate e perseguite altrove, non nel lavoro onesto e dimostrabile di chi cerca, come noi, solo di fare il proprio dovere al contrario di altri.
Concludiamo dichiarando la continuità dello stato di agitazione e che lunedì 7 giugno a piazza Italia, luogo della vita politica ed istituzionale di Reggio Calabria, alle 09:30 circa terremo un sit-in di protesta.