Costituzione, affrontato al Campidoglio il rispetto delle prerogative dei poteri
Il rispetto della Costituzione nella ripartizione dei poteri e nei limiti imposti da questi principi fondamentali e che necessita, però, di equilibrio e condivisione, senza alcuna frapposizione che potrebbe portare alla degenerazione democratica.
In sostanza, dopo gli interventi dei brillanti relatori, la tavola rotonda si è chiusa con un appello ad abbassare i toni e a riprendere un indispensabile dialogo, senza fermarsi e arroccarsi a difendere, a prescindere, le proprie acquisite prerogative, che spesso contrastano con i limiti di giurisdizione e competenza, che regolano la nostra Repubblica.
La premessa è stata quella di supporre che i contrasti esistenti stanno mettendo in grave difficoltà il percorso che ogni potere dovrebbe e potrebbe svolgere, con una serie di possibili invasioni che rendono sempre più fragile la democrazia del Paese.
La Magistratura che attacca il Governo sulle leggi che lo stesso sta legiferando e ne blocca l’esecuzione con provvedimenti molto discutibili, questo che, invece, attacca la prima ritenendo che vi sia un’aggressione all’attività esecutiva ed all’autonomia legislativa.
In apertura dei lavori i saluti della segretaria dell’Accademia, Maria Giovanna Fusca, che ha ringraziato tutti per la partecipazione in una giornata molto difficile per la mobilità, e poi l’intervento di Federico Rocca, consigliere di Roma Capitale, che ha evidenziato che il braccio di ferro esistente indebolisce lo Stato e lo rende fragile dinnanzi ai cittadini, con possibile conflitto tra gli stessi poteri e con il grave dubbio che vi possa essere una invasione dei campi di azione e dei poteri riconosciuti dalla nostra Costituzione.
L’introduzione affidata a Domenico Naccari, presidente della Fondazione Roma-Calabria-Europa, che ha evidenziato di trovarci in una situazione molto grave che sconcerta e rende poco credibile le Istituzioni, con la creazione di condizioni di mancanza di equilibrio e con accuse reciproche, che creano confusione e mancanza di fiducia nelle stesse.
La manifestazione, organizzata dall’Accademia Calabra e dalla Fondazione Roma-Calabria-Europa, è proseguita con le relazioni di Giampaolo Cogo, già professore di Diritto Amministrativo presso l’Università Roma Tre, che ha evidenziato la necessità che vi sia un sistema di equilibrio tra i poteri, che devono essere considerati come un servizio a favore dei cittadini e non, invece, delle prerogative, spesso personali, di Cristiano Cupelli, professore ordinario di Diritto Penale presso l’Università Roma Tor Vergata, che ha segnalato la indispensabile difesa dei “principi di legalità”, che devono essere posti a base sia di condotte che di provvedimenti, con il rispetto degli equilibri sanciti dalla Costituzione, di Cesare Mirabelli, emerito presidente della Corte costituzionale, che lucidamente ha messo in evidenza che “indipendenza” vuol dire avere il coraggio e la capacità di non farsi condizionare da nulla e di poter svolgere la propria attività con serenità e nel rispetto solo della “legge”, con necessità che vi sia una formazione adeguata e, comunque, un rispetto delle regole deontologiche, con gli indispensabili interventi sanzionatori da parte del CSM, che spesso, però, non svolge la funzione con l’autorevolezza dovuta.
Infine, le conclusioni del vice Ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, che ha iniziato segnalando che “ognuno deve fare il suo”, specificando che è sufficiente rispettare le regole e il principio delle “O” sulle attività e cioè: ordinata (rispetto delle regole precostituite), organizzata (rispetto del sistema esistente) e omologata (rispetto delle regole condivise dal Popolo).
In sostanza, mantenere le proprie prerogative rispettando quelle degli altri ed evitare pericolose invasioni, con possibile tracimazione dei poteri.
In tale contesto, Sisto ha ribadito che è sufficiente onorare i principi costituzionali e cioè: chiarire le regole e farle rispettare, ricordando che il legislatore definisce il percorso ed emette le leggi e queste devono essere rispettate da tutti, nel mentre i magistrati devono far rispettare e rispettare la legge, essendo la giustizia amministrata nel nome del Popolo ed i giudici sono sottoposti a questa.
Sulla separazione delle carriere ha precisato che è la stessa Costituzione ad indicare la via maestra ed il giudice deve essere terzo e al di sopra delle parti e, quindi, i PM devono avere un percorso diverso equiparato all’avvocatura.
Ha, infine, ribadito che le riforme devono realizzarsi e che si possono discutere con moderazione, ma, poi, non possono essere bloccate per difendere privilegi di parte.
Ha moderato la serata Giacomo Francesco Saccomanno, avvocato-giornalista e presidente dell’Accademia Calabra, ribadendo che il problema affrontato e di estrema rilevanza non potendo la Nazione proseguire in questo contrasto che mina il percorso legislativo e crea momenti di sfiducia sia nella politica che nella stessa magistratura.
Ha evidenziato che deve essere difesa l’indipendenza di tutti i poteri che rappresentano lo Stato, ma questa indipendenza deve essere reale e non può utilizzarsi secondo i propri interessi.
Un confronto a più voci che, comunque, ha chiarito i limiti tra i vari poteri e l’individuazione di un percorso che deve rispettare le prerogative delle parti istituzionali e le scelte che queste assumeranno nel rispetto dei principi costituzionali.
Il Parlamento legifera e la Magistratura deve, dopo un confronto sereno e collaborativo con il legislatore per il miglioramento delle norme, accettarle e applicarle correttamente, come garanzia per i cittadini e della libertà di questi.
Naturalmente ha affermato Saccomanno si tratta di un momento importante che, però, deve riportare il dialogo tra le parti e giungere a delle decisioni condivise, senza assunzione di posizioni precostituite, che potrebbero mettere a rischio la vera democrazia, con il pericolo di una pesante deriva.
L’occasione è stata anche propizia per consegnare degli importanti riconoscimenti a persone che si sono particolarmente distinte nella loro attività, divenendo modelli di vita: Santo Strati, giornalista-saggista-editore di Calabria Live, per l’obiettività dell’informazione e per una corretta ricostruzione della storia, Francesco Cascasi, imprenditore, che sta combattendo una battaglia dura contro la ‘ndrangheta e sta creando un percorso di vera legalità e di sviluppo economico ed occupazionali con le sue innovative attività, e Francesco Amato, commissario ASL Roma 2, che ha sempre agito con lealtà e coraggio, ottenendo importanti risultati nell’organizzazione sanitaria.
Una Calabria che si deve ricordare per le proprie rilevanti risorse umane e creare una rete tra queste per superare una informazione che pone in primo piano, invece, la negatività di una criminalità organizzata, che, però e ormai, ha invaso l’intero mondo., offuscando, invece, le grandi potenzialità e importanti risorse umane che l’intero globo ci invidia.
Giacomo Francesco Saccomanno – presidente Accademia Calabra