Divulgazione di un video di aggressione fisica ad un minorenne a Vibo Valentia, 7 persone denunciate
Caso di divulgazione di un video di aggressione fisica in danno di soggetto minorenne a Vibo Valentia – chiuse le indagini con 7 denunciati dalla Polizia di Stato
Il 25 ottobre del 2022, in una via del centro di Vibo Valentia, un gruppo di giovani ragazzi, per futili motivi, dopo la conclusione delle attività scolastiche, nelle adiacenze dell’istituto dai medesimi frequentato, intraprendeva una condotta lesiva nei confronti di una coetanea che veniva dapprima fatta bersaglio di minacce verbali per poi essere aggredita con pugni e schiaffi da alcuni componenti del gruppo mentre altri incitavano all’aggressione fisica, procedendo alcuni dei medesimi a documentare con gli smartphones l’azione illecita.
Il filmato degli atti di violenza compiuti sulla giovane veniva poi divulgato a mezzo social tra molti dei compagni di scuola della giovane vittima.
La Squadra Mobile di Vibo Valentia, raccolta la querela della persona offesa, avviava meticolose e approfondite indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Catanzaro, tese non soltanto a ricostruire puntualmente tutta la dinamica dell’evento, anche riguardante i momenti precedenti e successivi al filmato che era stato indebitamente divulgato tramite social network, ma anche per identificare compiutamente tutti i ragazzi che avevano partecipato all’aggressione ai danni della vittima.
All’esito delle attività di polizia giudiziaria venivano denunciate alla Procura della Repubblica dei Minori di Catanzaro 7 soggetti, nei confronti dei quali, nei decorsi giorni, veniva notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, perché presunti autori dei reati di percosse aggravate e di diffamazione, correlata all’indebita circolazione del video ritraente la stessa azione aggressiva.
La vicenda deve ancora essere sottoposta al vaglio giudiziario ed in relazione alla stessa deve pertanto ribadirsi, nei confronti dei soggetti identificati quali presunti responsabili, la presunzione di innocenza.
In ogni caso l’episodio investigato costituisce occasione per segnalare, ancora una volta, la massima attenzione che deve essere prestata agli episodi di devianza minorile, soprattutto rimarcando come le conseguenze di azioni illecite subite da giovani vittime possano essere ancor più marcate laddove associate a condotte divulgative attuate con lo strumento dei social, tenuto conto degli effetti incontrollabili che, un uso non controllato e disfunzionale di tali strumenti, può determinare in termini di lesività della dignità e della sfera privata dei soggetti coinvolti.
Tanto induce a rimarcare l’importanza di una sinergica collaborazione fra le Istituzioni deputate a tutelare i minori, con intervento pregnante e tempestivo delle scuole sia in punto di prevenzione che di segnalazione e di repressione di certe condotte sia delle forze dell’ordine.
In questa logica si evidenzia il continuo coordinamento tra la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni e la Squadra Mobile della Polizia di Stato per favorire il più possibile l’emersione di qualsiasi condotta deviante sia nella prospettiva di offrire pronta tutela alle vittime, sia nella prospettiva di garantire il tempestivo avvio di percorsi educativi e risocializzanti propri del diritto minorile nei confronti di autori di giovani autori di condotte illecite, avviando specifici percorsi finalizzati ad un uso responsabile dei social ed alla riappropriazione di una più autentica dimensione relazionale tra giovanissimi improntata a moduli comunicativi orientati verso la soluzione dialogica del conflitto, arginando in tal modo derive aggressive e violente, spesso foriere di gravi episodi di devianza.