Ernesto Alecci sulle possibile azioni di pignoramento nei confronti delle aziende sanitarie calabresi
Sono molto preoccupato da quello che potrà accadere alla sanità calabrese all’indomani dell’emanazione della sentenza della Corte Costituzionale (n. 228/2022, resa in data 11/11/2022) riguardo la possibilità di intraprendere azioni esecutive a carico degli enti del servizio sanitario regionale.
Tale sentenza, infatti, dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’art. 16 septies, comma 2, lettera g), del decreto-legge 21/10/2021, n. 146, (convertito legge 17/12/2021, n. 215) che sanciva l’impossibilità di intraprendere tali azioni sino al 31/12/2025 espone di fatto tutte le Aziende Sanitarie calabresi ad operazioni di pignoramento e recupero coatto del credito da parte dei creditori muniti di titolo.
Una situazione gravissima che potrebbe mettere in ginocchio interi apparati e intere strutture, con ricadute drammatiche sulle normali attività sanitarie offerte.
Pertanto, da oggi, nell’affrontare i gravi ed irrisolti problemi della sanità calabrese il Presidente della Regione Calabria e Commissario alla Sanità Roberto Occhiuto dovrà fare i conti con questa nuova realtà generata dalla pronuncia della Corte Costituzionale.
E dovrà necessariamente concertare con il Governo nazionale una nuova soluzione, anche transitoria, con cospicue coperture finanziarie, per evitare l’ennesima beffa ai danni dei calabresi.
In ogni caso, ritengo indifferibile che il Commissario promuova un confronto per esaminare ed approfondire l’impatto che potrà produrre questa sentenza sull’equilibrio economico-finanziario, già claudicante, delle Aziende Sanitarie calabresi, le quali potrebbero essere travolte da innumerevoli pignoramenti.
Nell’ottica di un’opposizione seria e costruttiva, come sempre, mi dichiaro pronto al dialogo e alla collaborazione nella speranza che il Commissario Occhiuto senta il bisogno di discutere dell’argomento anche in Consiglio Regionale.
Quello che a me interessa unicamente è che non venga penalizzato l’aspetto assistenziale e che l’ammalato resti al centro delle attività delle Aziende Sanitarie calabresi.