Federalismo fiscale, Cinquefrondi si agita ed il sud vince
Finalmente l’orrore della grave ed incostituzionale disparità tra Nord e Sud, tra chi ha già e si vede trasferire più denari e chi ha meno e meno avrà. Un vero orrore introdotto dalla Commissione tecnica dei fabbisogni standard nell’ambito di federalismo fiscale che aveva trovato il modo di osservare ed impoverire ulteriormente i nostri già disagiati territori.
L’interessante trovata per assegnare a ciascun comune i fabbisogni per i servizi sociali ricalcando il più possibile la spesa storica: chi aveva speso di più in passato avrebbe avuto più diritti per il futuro, calpestando lettera e spirito nella Costituzione Italiana.
Ed è con il senso più profondo dell’orgoglio e della soddisfazione che riteniamo di dover informare contemporaneamente tutti quelli che in questi anni hanno seguito con partecipazione la nostra battaglia già cominciata nel 2018, ma sentiamo anche la necessità di informare tutti quelli che non ci hanno creduti e che non ci hanno seguiti, anche a loro tale battaglia servirà a migliorare i servizi nei loro comuni.
Tutto iniziò con la presentazione del libro di Marco Esposito ‘’Zero Al Sud’’ nella sala del Consiglio Comunale alla presenza di Marco Esposito che non finiremo mai di ringraziare per la sua attenzione, per il suo amore per il Sud, per la sua capacità e per l’affettuosa presenza che in questi anni ci ha sempre dimostrato ed il Consiglio Comunale rilevò tali gravi anomalie e desiderando di agire un fronte giuridico contro scelte incostituzionali e politicamente inaccettabili non solo per il Comune di Cinquefrondi, ma per tutti i comuni, soprattutto medio fiscali, del nostro, da sempre asservito Sud.
Non fu semplice preparare il ricorso al Presidente della Repubblica mentre cercavamo adesioni che non venivano. Poteva essere una sorta di battaglia contro mulini a vento. Ma abbiamo continuato con la forza e la certezza di essere sul solco del dettato costituzionale, nel rispetto della disparità di molti territori.
La tenacia del nostro Sindaco, la carica della sua maggioranza però cominciò a fare breccia in altri Sindaci, pochi per la verità e tra la gente che cominciò ad interessarsi di tale grave problema. Il ricorso finalmente fu colto almeno parzialmente dal Consiglio di Stato.
Finalmente il nostro comune e la nostra battaglia ebbero eco nazionale e registrarono ulteriori adesioni di territori anche lontani dal Sud Italia. Diventò tanto un ‘’caso’’ che l’Anci Nazionale ritenne di dover convocare, con tutti i criteri dell’ufficialità, il nostro Comune ad una audizione e tavola rotonda che si tenne ad Arezzo, in occasione della festa nazionale dell’Anci, e che si tenne alla presenza dell’E-FIL e numerosissimi Sindaci Italiani.
Il Sindaco Michele Conia decise di mandare il suo Capogruppo Fausto Cordiano che espresse con chiarezza e con forza le motivazioni che avevano provocato quella che in qualche modo veniva considerata una ribellione. Capirono in tanti da quel momento e tanti altri Sindaci decisero finalmente di organizzarsi e ricorrere, così come aveva fatto, per primo e in solitudine, il Comune di Cinquefrondi.
Capiamo quanti esultano ora. Capiamo anche chi da questa battaglia si è tenuto fuori. Amiamo però i nostri territori e la nostra gente. Questa battaglia non è stata fatta solo per il nostro territorio, ma vorremmo anche, così come l’informazione nazionale ha fatto e fa, che fosse riconosciuto anche qui ad un Sindaco ed al gruppo politico-amministrativo che lo affianca il merito di averci creduto e di aver iniziato tale necessaria battaglia.
Per quattro anni dal 2017 al 2020, l’Italia ha assegnato i diritti ai deboli con una palese discriminazione territoriale e continuerà a farlo se pure in misura via via meno accentuata, per il decennio in corso fino al 2030.
Esultiamo dunque alle affermazioni de vice-ministro Laura Castelli consci però che indietro non si torna e che altre battaglie dovranno essere intraprese. Ci abbiamo creduto e abbiamo vinto la prima partita. Il Sindaco CONIA alla notizia ha commentato: ’’CHI SI AGITA, VINCE’’.
Allora agitiamoci, insieme come fronte comune. Difendiamo quello che la costituzione italiana in maniera inequivocabile afferma. I cittadini italiani sono tutti uguali e non possono esserci più trovate che tengano a sfruttare ulteriormente territori disagiati rispetto all’opulenza a territori che hanno avuto di più.
Noi continueremo ad esserci. Continueremo a sorvegliare e ad agire confortati dagli strumenti che la costituzione ha disegnato per tutti.
‘’AGITIAMOCI, PERCHE’ CHI SI AGITA VINCE SEMPRE’’