Reggio Calabria

Giubileo a Varapodio per i 130 anni dal miracolo della Madonna del Carmine

Il Dott. Pardo ricorda il terremoto e l'evento prodigioso nella Chiesa di S. Stefano

Varapodio e in particolare i fedeli della Parrocchia di Santo Stefano si preparano a commemorare il miracolo compiuto 130 anni fa dalla Madonna del Carmine e avvenuto il 16 novembre 1894, giorno in cui un violento terremoto colpì la Piana di Gioia Tauro. Le varie fasi del prodigio sono qui descritte, con dovizia di particolari storici, dal Dr. Giuseppe Pardo:

Asserzione Giurata del Miracolo a Varapodio: «il 12 settembre 1894, verso le ore 14:00, le campane della nostra Chiesa Parrocchiale di S. Stefano suonavano a distesa chiamando a raccolta i fedeli. In un baleno si spargeva la notizia: la Madonna del Carmelo, che si trovava esposta in Chiesa nella parte sinistra del coro, dava dei segni straordinari e, precisamente, alzava le pupille al cielo.

     Si gridò al miracolo ed era un accorrere generale in Chiesa! Davanti a tanto prodigio l’Arc. di allora D. Giuseppe Sammarco (che insieme al Sac. D. Raffaele Vìrdia e al Sindaco Sig. Carmelo Carerj) aveva osservato oggettivamente ogni cosa, decise che si facesse la processione della Madonna. E così si fece tra l’entusiasmo e la commozione generale.

     Durante quella processione il medesimo prodigio si verificò altre due volte: la prima in Via S. Biagio e precisamente davanti alla casa Dell’Olio, ove in segno di penitenza il Sac. D. Raffaele Vìrdia prese a battersi il petto con una pietra, e la seconda in Via S. Pietro (oggi Via Dogali) davanti alla casa Sammarco. La processione si ritirò in Chiesa verso le ore 23:00. L’avvenimento, concomitante con quello di radicena, suscitò tale entusiasmo nell’animo dei fedeli, che si decise di fare una solenne festa in onore della Madonna del Carmine e se ne stabilì la data per i giorni 27-28 ottobre del medesimo anno. In fede. Varapodio 1 luglio 1955: Tropeano Giuseppe. Visto: Arc. Antonino De Masi». [fonte: (R. P.) Registri Parrocchiali, Santo Stefano Varapodio].

 

Il 12 settembre é il giorno del miracolo di Varapodio.

 

La preziosa Testimonianza di Giuseppe Tropeano fu con coscienza “Raccolta,  Registrata e Custodita” dall’Arc. Antonino De Masi che continuò ad essere Parroco della Parrocchia Santo Stefano di Varapodio per ben 57 anni (dal 1952 al 2009).

Di Don De Masi, con affetto e stima ricambiati, fui amico ed è stato per me un privilegio averlo frequentato da fanciullo, da giovane e quale Presidente dell’Azione Cattolica; infine, alla sua morte (18/02/2009), nella “sua” Chiesa gremita, ho avuto l’onore di pronunciare l’elogio funebre; e poi, come non ricordare le tante passeggiate, le interessanti conversazioni intrattenute e le occasioni di convivialità.

 

Sera del 9 settembre 1894, a Radicena (oggi Taurianova), la Madonna della Montagna, venerata in quella Chiesa Parrocchiale, diede “segni straordinari”.

     Francesco Sofia Alessio (*) (Radicena, 18 settembre 1873 – Reggio Calabria, 14 aprile 1943) che stava per compiere 21 anni al verificarsi degli eventi…«…fu il latinista radicenese autore anche di una circostanziata, bellissima e commovente relazione sul miracolo fatto dalla Madonna della Montagna, patrona della città. Francesco Sofia Alessio ebbe il privilegio, assieme ad altri testimoni, di assistere personalmente al prodigio, al grande evento religioso che scosse le coscienze intorpidite e segnò una data storica indimenticabile e allargò il solco della fede cristiana della popolazione locale.»

[fonte: Enzo Zito, taurianovese (integerrimo, garbato gentiluomo di eccelse virtù, insegnante e mitico Giornalista del Quotidiano “Gazzetta del Sud” ); così, come ora quì sopra riportato, scrisse il caro amico Enzo, nel 1978, su “Calabria & Calabresi”, Rassegna Politica, Economica e Sociale, Edizioni Parallelo 38.]

     Ed ecco la relazione di Francesco Sofia Alessio: «Alla fine del 1800, si verificò a Radicena il miracolo della Madonna della Montagna e, precisamente, il 9 settembre 1894. Era la sera del 9 Settembre del 1894, la venerabile immagine di Maria SS.ma della Montagna, patrona della città di Radicena, stava esposta nella chiesa alla venerazione dei fedeli. Si era celebrata la festa il giorno precedente. Erano le ore 7 pomeridiane, ed un certo Ambrogio Incarnato, negoziante napoletano, mentre contemplava il volto della Madonna, si accorse che gli occhi della Statua si muovevano con vivacità singolare, e richiamò l’attenzione degli astanti, i quali gridarono al miracolo.

     La Madonna fu portata in solenne processione, moveva gli occhi guardando a destra e a sinistra in alto e in basso. Io avevo 20 anni e la vista chiara ed acuta e potei osservare in tutti i modi i movimenti di quelle divine pupille. Io vidi quegli occhi, che ora si levavano verso il Cielo, ora si abbassavano verso la terra, e si rivolgevano verso tutte le povere anime, che spaventate pregavano.

A questi fatti si accompagnò un fenomeno celeste del tutto nuovo, avente qualche somiglianza con quello dell’apparizione della croce a Costantino, prima della battaglia di Ponte Milvio. Secondo la relazione fatta dal direttore dell’Osservatorio Meteorico-Geodinamico di Radicena a Padre F. Danza, illustre astronomo della Specola Vaticana:

      “La sera del 9 corrente, alle ore 23:30, dopo una giornata di fuoco, come tutte le altre che questa precedettero, mentre è superfluo si sappia che qui fin da maggio non cade una goccia d’acqua e da un mese una sola stilla di rugiada, dopo una giornata di fuoco, ripeto, 31,4°, con abolizione perfetta di un venticello N-NW, che aveva spirato nelle ore più calde, sopra un cielo limpido disegnavasi un fascio luminoso di cui nucleo la luna ed ecco che formarsi al di sopra del disco una verticale in tutto che veniva intersecato da altro fascio orizzontale, una croce chiara, spiccata e perfetta, a cui la luna facea centro.»

(*) [fonte: Francesco Sofia Alessio, pluripremiato insegnante, poeta, latinista taurianovese. Da umile maestro a grande latinista, a giudizio dello studioso Prof. Giuseppe Olivadoti, Sofia Alessio è da annoverare tra la pleiade degli uomini illustri calabresi che hanno degnamente onorato la Calabria con l’altezza del loro ingegno. Sofia Alessio, con la sua molteplice attività poetica, ha arricchito le pagine della letteratura latina e ha ridato fama internazionale alla Calabria.]

 

Dopo quell’evento a Taurianova si festeggia il 9 settembre come giorno del miracolo.

 

     Il 31 ottobre 1894, «a Palmi, con grande meraviglia di popolo, la Madonna del Carmelo, esposta alla venerazione nella omonima Chiesa, ripeté l’identico prodigio avvenuto a Varapodio: ciò accadde per diversi giorni fino al 16 novembre del medesimo anno. In quel giorno (16 novembre 1894) a Palmi era in corso la processione della B.V. del Carmelo: ora, mentre detta processione sfilava nelle vicinanza della Piazza principale di Palmi, verso le ore 18:45, in presenza di numeroso popolo, la Madonna ripeté ancora il prodigio con quei “segni straordinari” e contemporaneamente avvenne il forte terremoto che resta tristemente legato a quella data del 16 novembre 1894». [fonte: A. De Masi, ”VARAPODIO IERI E OGGI”, II^ Edizione Gennaio 2006].

 

 

 

 

I prodigi del

9 settembre 1894 a Radicena,  12 settembre 1894 a Varapodio,

31 ottobre 1894 a Palmi,

furono segni eloquenti della protezione divina dai disastri tellurici che da lì a poco, alle ore 20:00 del 16 novembre 1894, si sarebbero verificati.

 

«Il terremoto del 16 novembre 1894 fu il devastante evento sismico che interessò, la Calabria meridionale e la Sicilia, alle ore 17:52, con epicentro individuato nella città di Palmi. L’intensità del sisma, che rientra nel IX grado della scala Mercalli, colpì le località del Circondario di Palmi; a Varapodio non vi furono morti, ma solo alcune case danneggiate». [fonte: I.N.G.V. : Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia, sede decentrata

                            Messina-Catania]

 

 

 

I principali centri interessati dal terremoto del 16 novembre 1894, riportati per grado di scala Mercalli, sono i seguenti[4]:

Grado Scossa                               Centri abitati
IX distruttiva PalmiSan ProcopioSanta Eufemia d’Aspromonte.
VIII rovinosa Bagnara CalabraSeminaraOppido MamertinaRosarnoTaurianova.
VII molto forte Barcellona Pozzo di GottoCittanovaGioia TauroMelito di Porto SalvoLocriMessinaMilazzoMiletoPolistenaReggio CalabriaScillaTorregrottaTropeaVibo ValentiaVilla San Giovanni.
VI forte CauloniaLipariSerra San BrunoSiderno.
V piuttosto forte AcirealeAlìBelpassoBiancavillaCaltagironeCataniaLamezia TermeMotta Sant’AnastasiaNicolosiPalagoniaPattiPaternòRamaccaSan Giovanni in FioreScordiaLauriaLagonegroGiarre.
IV moderata AdranoCosenzaGrammicheleMistrettaNotoSiracusa.
III Leggera  

CrotoneLeonforteScicliLicata,

PalermoPiazza Armerina.

 

Nel terremoto del 16 novembre 1894, a Varapodio, che all’epoca dei fatti narrati contava numero 2.995 abitanti [fonte: (I.C.S.) Istituto Centrale Statistica / (C.I.) Censimenti Italia dal 1881 / Archivio Curia Oppido / L. Izzo, nel Vol. “La popolazione calabrese nel sec. XIX Edizione Scien. Ital. 1965”] non vi furono vittime, come ben evidenziato nella sopra riportata “tabella” dell’I.N.G.V., evento che dal popolo fu interpretato come eccezionale segno della Madonna del Carmelo.

Quel terremoto viene ricordato, oltre che per la sua estesa potenza distruttiva, per il concomitante prodigio operato dalla B.V. Maria del Monte Carmelo, il 12 settembre 1894, in favore di Varapodio per averlo protetto da quel flagello preavvisandone gli abitanti col miracolo anzi detto.

Unanime e costante è la tradizione che d’allora in poi il popolo di Varapodio –ricordando il Miracolo, protetto dalla Madonna del Carmine, dopo partecipata “sedicina di preghiere” – con fedeltà e puntualità prese a commemorare il 16 novembre di ogni anno affluendo in Chiesa per esternare alla SS.Vergine i sentimenti di devozione e di ringraziamento.

 

VARAPODIO  “CITTÀ MARIANA”  VOLUTA DA DON DOMENICO CARUSO, LA SUA AZIONE PER L’ ”UNIONE” DELLE DUE PARROCCHIE

 

Manifestazione di fede e di attaccamento alla Vergine Maria si è ancora una volta dimostrata quando, il 16 luglio 2012, in occasione della sua prima visita ufficiale a Varapodio, il neo Vescovo della Diocesi di Oppido MamertinaPalmi, Mons. Francesco Milito, ha celebrato la Santa Messa, nella Chiesa di Santo Stefano Protomartire gremita di fedeli, elevando Varapodio a “Città Mariana”.

Ciò in attuazione dell’apposita delibera del Consiglio Comunale, essendo Sindaco il Dr. Orlando Fazzolari, adottata a fine aprile di quell’anno su richiesta del solerte e mai dimenticato Parroco di Varapodio di quel tempo (a Lui i meriti di aver guidato la Comunità Parrocchiale al massimo dell’efficienza) Don Domenico Caruso [oggi apprezzato Rettore della Basilica Madonna dei Poveri di Seminara (RC)] che, tra l’altro, disse dei varapodiesi: «…dopo aver notato con sommo piacere, nei miei 5 anni di Ministero Pastorale, il grande affetto e la forte devozione di questo popolo alla Vergine Maria…».

     La storia: Varapodio: siamo all’epoca dei “due campanili”, delle “due Parrocchie” (S. Nicola e S. Stefano) guidate da due parroci eccellenti quali sono stati Don Rosario Formica e Don Antonino Di Masi. La loro “eredità” pervenne a Don Domenico Caruso che ha condotto le due Parrocchie alla duplice esigenza di consolidare la loro identità ecclesiale di Unica Famiglia e di essere la Casa che accoglie tutti a testimonianza dell’universalità del messaggio cristiano di cui la Parrocchia è custode.

Don Caruso con encomiabile dedizione e generosità ha spiegato che la Parrocchia va intesa come realtà vivente fatta di rapporti tra esseri umani abituando i laici, ad agire nella parrocchia in stretta unione con il sacerdote collaborando in modi diversi e vivere il Vangelo dentro le forme della vita quotidiana.

Consapevole di questa necessità, il Parroco con la sua opera unificante ha saputo porsi con attenzione all’ascolto, ed al confronto, quotidiano delle esigenze e delle risorse umane della gente, intrecciando un’efficiente e consolidata sinergia tra percorsi pastorali e culturali, mettendo in rete doni e abilità delle diverse realtà operanti nella parrocchia dando spazio ai cristiani intraprendenti.

Recuperata l’armonia (un Parroco per le due Parrocchie), raggiunto l’obiettivo prefissato, la successiva azione è stata quella di “costruire” una Comunità Parrocchiale Vivente come un’Unica Famiglia, che mette al centro la “Parola”, ma nello stesso tempo è operosa nella carità dell’annuncio e nella solidarietà verso gli ultimi con la creatività sacerdotale, la Chiesa fatta casa, ha spalancato, ogni giorno, le porte a tutti rendendosi al servizio di tutti con il Sacerdote che è l’uomo della comunione e della interazione all’interno della Comunità e naturalmente favorisce la comunione autentica e profonda anche tra i collaboratori perché la comunione tra loro e con lui diventi una “forza missionaria” per il territorio in cui vive la comunità parrocchiale.

     Unanimi sono stati i consensi per l’opera svolta dal Parroco Don Domenico Caruso che è stato per la Comunità Varapodiese il fratello universale mandato per servire senza nulla pretendere, e solo quando ci è stato “sottratto” abbiamo compreso quanto è stato indispensabile; la nostalgia – per quel lungo, ahinoi, irripetibile tempo trascorso nell’operosità insieme al Sacerdote  –  é veramente tanta!

La proclamazione di Varapodio a “Città Mariana” è avvenuta nel corso della celebrazione della Santa Messa dopo l’intervento del Sindaco Fazzolari che ha sottolineato come «le manifestazioni di fede nei confronti di Maria non appartengono solo ai tempi passati, ma sono ancora oggi  realtà profondamente vissute da tutti i cittadini, compresi coloro che per ragioni diverse si sono dovuti allontanare dalla propria terra e che in Maria trovano ogni anno il sentimento motivazionale più importante per il ritorno al paese natio, durante i solenni festeggiamenti in suo onore.»

L’elevazione a Città Mariana è stata vissuta, dai fedeli varapodiesi riuniti, in maniera coinvolgente attratti dal mistico alone che circonda la Madonna venerata anche per i prodigi compiuti in passato a protezione della popolazione.

        

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