Reggio Calabria

I minori come soggetti attivi nelle politiche per prevenire gli abusi

Lomonaco interviene ai lavori dalla III commissione del consiglio regionale.

Il Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, avvocato Antonio Lomonaco, è intervenuto ai lavori della III Commissione del Consiglio regionale della Calabria, durante l’esame della proposta di legge sulle politiche di prevenzione e contrasto agli abusi sui minori, presentata dai consiglieri De Francesco, Cirillo e Montuoro.

«Rivolgo il mio ringraziamento ai consiglieri firmatari della proposta ha dichiarato Lomonaco.

Nel mio ruolo di Garante regionale ho incontrato storie spezzate, famiglie distrutte e comunità smarrite di fronte alla brutalità dell’abuso sui minori. Questa proposta rappresenta un passo avanti importante, perché sposta il focus dalla sola repressione alla prevenzione e al sostegno psicologico e sociale delle vittime».

Lomonaco ha evidenziato come «la Calabria abbia bisogno di una visione che parta dalla tutela dei diritti dei minori come priorità assoluta. Abbiamo il dovere morale, prima ancora che politico e giuridico, di proteggerli. E questa legge può diventare un modello virtuoso anche per altre regioni».

Il Garante ha sottolineato in particolare il valore del coordinamento istituzionale previsto dalla proposta tra attori pubblici e privati, il coinvolgimento degli ordini professionali, nonché la valorizzazione del ruolo del Garante per l’Infanzia e dell’Osservatorio regionale.

«Di grande rilievo ha proseguito è l’articolo 7, che introduce la clausola valutativa, un meccanismo di verifica dell’efficacia delle politiche adottate. Un elemento di trasparenza e buona amministrazione che consentirà eventuali azioni correttive in itinere.

L’impianto normativo riconosce i minori non come soggetti da proteggere passivamente, ma come portatori attivi di diritti, di dignità e di voce. È un cambio di paradigma culturale che dobbiamo sostenere con determinazione».

«Apprezzo, infine ha concluso Lomonaco l’attenzione riservata alla dimensione digitale, spesso teatro di adescamento e violenze silenziose. L’educazione all’uso consapevole della rete deve diventare una priorità educativa, al pari delle materie scolastiche.

Un sistema efficace non può prescindere dal coinvolgimento diretto di chi, per mandato istituzionale, è chiamato ad ascoltare, proteggere e rappresentare le vittime di reato, in particolare i soggetti più vulnerabili.

Il Garante è già attivo sul territorio, in sinergia con scuole, servizi sociali, magistratura e forze dell’ordine, offrendo un contributo operativo concreto, non solo simbolico, sia nella fase preventiva che nel percorso di presa in carico delle vittime».

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